Recensione: Fires Of Babylon

Di Gaetano Loffredo - 23 Aprile 2008 - 0:00
Fires Of Babylon
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Anno: 2008
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50

Altro progetto parallelo composto da ottimi nomi quello dei Fires Of Babylon: il chitarrista Lou St. Paul (Winters Bane), il bassista Kelly Colon (ex Death, Monstrosity), il batterista Robert Falzano (Shatter Messiah) e il grande Rob Rock (ex-Impellittieri) al microfono. Nomi che, una volta ancora, non bastano per fare di un disco un grande disco. Premessa necessaria.
L’idea è stata lanciata, sulla scia dei recenti successi targati Frontiers Records, dalla Metal Heaven che, impressionata dall’ultimo “Redivivus” dei Winter’s Bane, ha deciso di costituire una formazione di “gente conosciuta”, affidandosi al chitarrista della band americana, che ha risposto immediatamente accettando l’incarico.

Stiamo parlando, onde fugare ogni tipo di dubbio, di Us power metal ortodosso, ma non sono riuscito a trovare un giusto equilibrio tra modernità e tradizione, ovvero quanto si proponevano i musicisti e l’etichetta discografica prima di dare vita al disco omonimo.
Questi gli ingredienti: solitamente è la chitarra elettrica ad accennare un refrain piuttosto semplice e molto intuitivo, la sezione ritmica a sostenerlo, poche concessioni ai virtuosismi se non i soliti sermoni derivati dalla sei corde, arrangiamenti spartani ma produzione top class, almeno quella.

Fires Of Babylon è un disco che ha il medesimo punto di forza & punto debole, la persistenza nel rifarsi ai modelli che hanno trainato il genere, ma l’assenza di originalità non deve essere necessariamente, e non lo sarà, motivo di stroncatura. E’ il songwriting l’unico vero tallone d’Achille.
Siamo sempre alle solite: la mediocrità delle composizioni flagellano un album che non tradisce nella forma coi suoni definiti e consistenti, la registrazione di altissima qualità, la certezza nella voce di Rob Rock, ma si insegue disperatamente l’ancora di salvezza sotto forma di facili invenzioni: ritornelli immediati ma poco coinvolgenti, passaggio ritmico di pregio (parlo al singolare perché poi dovete moltiplicarlo per dieci), strutture ordinate ma terribilmente formali. Detto questo, è sostanzialmente inutile tirare fuori anche un solo nome dalla tracklist.

Non mi resta che aprire l’ultima parentesi, esprimendo tutto il disappunto per la ghiotta occasione sprecata da ambo le parti: dai Fires Of Babylon nella figura di Lou St. Paul, che non riusciamo a promuovere per via di composizioni così approssimative, e dalla Metal Heaven che ha messo sul piatto tutto l’occorrente per super-produrre il disco senza accorgersi del grande difetto alla base. Altro lavoro usa e getta che lascia il tempo che trova: lo ascolterete un paio di volte se va bene, poi ve li dimenticherete fino al disco successivo.

Gaetano Loffredo

Tracklist:
01.Falling To Pieces
02.Devilution
03.When The Kingdom Comes
04.Lake Of Fire
05.Holy Resurrection
06.Going Through Changes
07.Lazarus Rising
08.Revolution Coming
09.Generation Of Destruction
10.Castles Are Burning

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