Recensione: First Spell

Di Matteo Bovio - 12 Gennaio 2002 - 0:00
First Spell
Band: Gehenna
Etichetta:
Genere:
Anno: 1994
Nazione:
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75

Adoro questo Mcd in primo luogo per la sua semplicità e naturalezza, in secondo luogo perchè appartenente al periodo d’oro di uno dei più importanti gruppi della scena Black. I Gehenna, benchè non abbiano mai avuto un riscontro elevato in quanto a vendite, hanno sempre avuto un loro status inattaccabile, e sono stati soggetti a critiche solo negli ultimi anni per il loro passaggio a sonorità decisamente Death metal. Il loro primo periodo è invece contraddistinto da un certo numero di buonissime releases, nelle quali si può sentire Black metal suonato in maniera ortodossa, ma che non si appoggia passivamente sui soliti quattro luoghi comuni.

I Gehenna preferiscono decisamente partiture lente, piuttosto che i soliti clichè ultratirati. In questa loro pacatezza riscontriamo tuttavia atmosfere malate e coinvolgenti, nonchè un suono chiaramente distinguibile in mezzo a molti altri. Questo “First Spell” in tale senso è veramente un piccolo gioiello; in cinque pezzi riesce ad evocare atmosfere quanto mai particolari e tenebrose.

Sicuramente le tastiere sono un elemento fondamentale nel loro suono, e non abbandonano quasi mai il terreno: abbiamo quindi l’iniziale “The Shivering Voice of the Ghost” nella quale un organo cupo fa sentire la sua presenza durante l’intera durata, talvolta in sottofondo, talvolta andando a creare gli arrangiamenti fondamentali. Il ritmo è un normale mid-tempos e le chitarre sono un tappeto a stento udibile, ma vi assicuro che l’effetto finale è stupendo nella sua semplicità.

La seconda traccia, “Unearthly Loose Palace”, è a mio avviso la più interessante di tutto il prodotto, non per particolari elementi tecnici o compositivi, ma semplicemente per le sensazioni che il suo ascolto sprigiona. La ricetta è la stessa descritta sopra, ma nuovi sono gli effetti raggiunti in questo caso. Sicuramente, con il senno di poi, si può con un attento ascolto intuire la radici del loro futuro Death già in queste tracce, anche se detto così può sembrare un paradosso.

L’album procede con “Angelwings and Ravenclaws”, anch’essa bellissima, e la cui breve durata la fa apprezzare ancora di più, in quanto anche dopo ripetuti ascolti difficilmente stanca. Le ultime due tracce sono invece quelle che meno mi hanno impressionato, pur rimanendo molto belle e sullo stesso stile delle precedenti. Certo la loro lunghezza non è un aiuto per l’ascoltatore, soprattutto perchè non è compensata da significative variazioni.

La semplicità è ciò che più contraddistingue questo Mcd da tanti altri, e visto il risultato finale direi che è un elemento positivo; non credo che i Gehenna avrebbero potuto ottenere le medesime atmosfere lavorando su suoni eccessivamente elaborati, o su strutture simil-progressive. Forse la pecca principale è che i brani alla lunga stufano, ma questo potrebbe benissimo essere un parere puramente soggettivo. Ottime tutte le parti vocali, che si integrano alla grande con la musica e contribuiscono tanto quanto ogni altro strumento. Da avere assolutamente per i Black metallari ancorati alla vecchia scena.
Matteo Bovio

Tracklist
01. The Shivering Voice of the Ghost
02. Unearthly Loose Palace
03. Angelwings and Ravenclaws
04. The Conquering of Hirsir
05. Morningstar

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