Recensione: Follow The Dreamer

Di Daniele D'Adamo - 13 Novembre 2009 - 0:00
Follow The Dreamer
Band: Missing Tide
Etichetta:
Genere:
Anno: 2009
Nazione:
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80

Classe, classe ed ancora classe!

Difficile se non impossibile centrare più precisamente di questo sostantivo quella che è la peculiarità musicale dei danesi Missing Tide.
Ciò potrebbe apparire perlomeno strano, dato che la band in questione è giunta al debutto discografico con “Follow The Dreamer” e si è formata due anni fa. Con conseguente titubanza, nel considerarla un act in grado di dare alle stampe – sin da subito – un prodotto maturo oltre che adulto.

L’arcano si svela subito: la line-up dei Missing Tide ha messo il naso in parecchie e rinomate band di hard rock in circolazione sul globo, quali Royal Hunt, Pretty Maids, Evil Masquerade, Manticora e Kingdom Come.
Elementi navigati ed esperti quindi che, dopo tanto girovagare per i comodi altrui, hanno deciso di mettersi assieme per veder di tirar fuori qualcosa di personale che potesse dimostrare il loro talento artistico.
Ci sono riusciti? Si vedrà …

Un accenno soltanto all’aspetto meramente tecnico della questione, ma non certo per sminuirlo. Proprio per quanto scritto sopra, appare lapalissiano rimarcare che i quattro siano dei “fior” di professionisti, ineccepibili nel loro approccio agli strumenti, nonché alle linee vocali. Sono curati in maniera professionale anche la produzione, lineare e cristallina, e l’aspetto grafico.

Focalizzando ora la parte che più  interessa, ovvero quella artistica, sin dal primo passaggio nel lettore, “Follow The Dreamer” dimostra che il gruppo ha curato minuziosamente anche il songwriting. Innanzi tutto, nonostante l’eterogeneità dei musicisti, si evidenzia come l’obiettivo primigenio di marchiare a “fuoco” il sound del platter sia stato raggiunto: le canzoni si susseguono nella loro varietà, non facendo mai venir meno la sensazione di aver ben chiaro che a suonare siano i Missing Tide.
Pur non proponendo nulla di stravolgente e d’innovativo, i musicisti riescono a sviscerare un piacevolissimo groove rigidamente ancorato agli stilemi più codificati di certo hard rock scintillante, non soffocando per questo la loro personalità.
L’aggettivo scintillante è alquanto calzante, per via della presenza di cromature che adornano il disco con abbondanza, ad iniziare dalla title-track, vivace come si conviene e caratterizzata da un riff portante un po’ retrò. Mai sopra le righe i cori, che sottolineano un ritornello orecchiabile e languido. Consistente sia nella parte ritmica che solista l’ascia a sei corde di Jacob Kjaer.
Per quanto riguarda l’aspetto vocale invece, Henrik Brockmann svolge con professionalità il compito assegnatogli, mettendoci del suo grazie al timbro caldo e pulito. “Never Surrender” avvolge con il suo refrain dal tono sempre dal retrogusto delicatamente malinconico, caratteristica questa, che evidentemente preme esser rimarcata dal quartetto.

Bastone e carota con “Traces Of Fire”, cadenzata da un poderoso riff tirato fuori con cattiveria dal background heavy del chitarrista e timbrata dal ritornello più catchy dell’intero full-length.   
“Fairytale”, forse l’episodio più riuscito, sottolinea poi ancora il velo di tristezza che sfiora le canzoni; velo che si materializza grazie ad un leggero lavoro delle tastiere che fa da sfondo al tutto.
Dopo “Dangerous”, tutto sommato nella media dell’album, “Victim Of A Crime” e “Push It To The Limit” riportano in auge le sonorità pompose tipiche della fine degli anni Ottanta, inframmezzate dall’immancabile ballata “Broken Wings”, meno accattivante dell’hit “Take Me High”.
“Away” e “Long Live The Heroes” proseguono imperterrite la rincorsa alla melodia di classe, raggiungendola entrambe.

Fatto raro, almeno per chi scrive, è che l’intima percezione che si sviluppa nell’approccio a “Follow The Dreamer” è fortemente condizionata dallo stato d’animo di chi ascolta: può essere d’aiuto sia per un momento di riflessione ammantato di malinconia, come per un momento di gioia e di voglia di cantare a squarciagola.

Insomma, per rispondere alla domanda posta in apertura: missione compiuta!

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Tracklist:

01. Follow The Dreamer 4:39
02. Never Surrender 4:40
03. Traces Of Fire 5:19
04. Fairytale 4:19
05. Dangerous 4:41
06. Victim Of A Crime 4:28
07. Broken Wings 4:46
08. Push It To The Limit 5:00
09. Take Me High 4:20
10. Away 3:37
11. Long Live The Heroes 5:56

Line-up:

Henrik Brockmann – Vocals
Jacob Kjaer – Guitars
Kasper Gram – Bass
Allan Tschicaja – Drums
 

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