Recensione: Forget Every Sunrise

Di Alessandro Calvi - 25 Settembre 2008 - 0:00
Forget Every Sunrise
Band: Lahmia
Etichetta:
Genere:
Anno: 2008
Nazione:
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75

Tempo di cambiamenti per i Lahmia, passati dall’ibrido di thrash, gothic e death del precedente demo intitolato “An Eternal Memory”, a un più strutturato death melodico dalle tinte avanguardiste con questo loro nuovo “Forget Every Sunrise”. Si tratta in definitiva di una naturale evoluzione per la band che già da tempo persegue una strada fatta di progressivo indurimento del proprio sound.

La proposta della band oltre che più dura, risulta anche più omogenea. Mentre nel precedente demo avevamo a che fare con brani che vivevano di varie anime che, pur amalgamandosi bene tra loro, facevano capolino qui e là lungo tutta la durata delle tracce, questa volta i Lahmia riescono a creare un sound ben definito e personale. Le fonti di ispirazione e le contaminazioni da thrash, gothic e, in via sempre maggiore, death, continuano a esserci, ma presentate questa volta con molta più classe.
Non era facile per questo giovane gruppo riuscire a trovare una propria dimensione e sviluppare un sound che riuscisse a contenere le diverse influenze apportate dai musicisti rischiava di trasformare le canzoni in collage mal riusciti. Così non è stato e tutte e cinque le tracce di questo demo stanno qui a confermarlo.
La virata più netta, come si diceva in apertura, è verso il death e vari sono gli elementi che stanno a testimoniarlo. Si comincia con la voce, passata dal clean con saltuarie incursioni nel growl, a un growl prevalente. Le parti pulite, sempre molto basse e cupe, compaiono maggiormente solo nell’ultima traccia, tra l’altro sottolineando passaggi dal gusto quasi doom che ricordano qualcosa dei primi Paradise Lost e My Dying Bride. Sotto il profilo delle chitarre è invece verso gruppi molto tecnici come i Dark Tranquillity che va rivolto l’orecchio. Gli intrecci delle due sei corde creano muri sonori a volte quasi black come nella opener “Nightfall” e ritmi ipnotici come in “Glass Eyed Child”. Tutto questo senza dimenticarsi, però, di alternare le sfuriate a stacchi acustici in grado di farci apprezzare non solo le doti tecniche di tutti i componenti di questa band, ma anche la capacità compositiva e la maturità di songwriting di questi giovani romani.

Un plauso è indubbiamente da tributare anche allo sforzo realizzativo che sta dietro a questo demo. La confezione e la grafica son state affidate a uno studio professionale, così come registrazioni delle song e produzione delle stesse. Il risultato finale si sente, dato che ogni brano suona potente e incisivo senza perdere in chiarezza, così come ogni strumento ha un buon suono adatto al genere prescelto dalla band.

Per concludere questo “Forget Every Sunrise” potrebbe essere il trampolino di lancio per i Lahmia che realizzano un demo di assoluto pregio sotto praticamente tutti i punti di vista. Un ascolto consigliato per gli appassionati e per chi fosse in cerca di nuovi talenti.

Tracklist:
01 Nightfall
02 Grinding Dreams
03 Glass Eyed Child
04 Game of Sacrifice
05 The Last Dance

Alex “Engash-Krul” Calvi

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