Recensione: Forsaken One

Di Andrea Bacigalupo - 28 Maggio 2017 - 8:45
Forsaken One
Band: Bullet-Proof
Etichetta:
Genere: Thrash 
Anno: 2017
Nazione:
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78

E’ il 25 luglio 1983, i Metallica, dopo il Demo ‘No Life ‘Til Leather’, pubblicano ‘Kill ‘Em All’ e il mondo della musica esplode: nasce il Thrash Metal, un furioso Heavy Metal con influenze Hardcore, improntato sulla ferocia e sulla rabbia.

Furono moltissime le band che, per una decina d’anni, tennero vivo il movimento, dicendo tantissimo in un lasso di tempo relativamente breve, tant’è vero che, negli anni ’90, quando il Thrash entrò in crisi, sembrava impossibile che si risollevasse perché l’evoluzione si era, ormai, sostanzialmente fermata.

Dopo il 2000 le cose cominciarono a cambiare ed oggi, passati trentacinque anni dalla sua nascita, il movimento è più vivo che mai, con la maggior parte dei ‘vecchi decani’ ancora in piedi e, soprattutto, con tantissimi giovani sparsi per il globo che vogliono suonare come loro, tanto che alle sonorità di un tempo è stato dato il nome di ‘Old School’.

Oggi la tecnica dei musicisti è mediamente alta; il songwriting rimane però molto legato al passato (non che questo sia un male, ci mancherebbe …………..) ed il alcuni casi và oltre la sola influenza.

C’è anche, però, chi si vuole distinguere, come i Bullet-Proof, Thrash Metal band Italo–Slovacca con base a Bolzano, nata nel 2014 dalla volontà di Richard Hupka, suo Figlio Lukas e Diego Polli, quest’ultimo non più nella formazione.

Padre e figlio animati da una stessa passione è, di per se, più che positivo, ma che abbiano scelto di suonare assieme rende la band molto interessante in quanto mette le due generazioni a confronto. L’esperienza dell’adulto e la voglia di cambiare del giovane: un prodotto che può essere dirompente.

Il combo ha già alle spalle un primo album: ‘De-Generation’, uscito nel 2015, è  valido, grintoso, ben eseguito e manifesta tutta la rabbia del Thrash. E’ un valido esordio, anche se molto legato al sound degli anni ’80.   

Ma i ragazzi vogliono crescere: dopo l’esperienza discografica, una densa attività live e qualche cambio di formazione, con l’entrata in scena di Max Pinkle e Federico Fontanari, il 24 aprile 2017 i Bullet-Proof danno alle stampe ‘Forsaken One’, il loro secondo Full-Lenght, pubblicato via Sleaszy Rider Records.

Il salto di qualità è sostanziale ed energico, con un songwriting maturo e personale. Facendo un paragone, il mio primo impatto con ‘Forsaken One’  mi ha ricordato quello che provai ascoltando ‘Sign of the Wicked’, il secondo lavoro di tre scavezzacolli tedeschi dal nome S.D.I., acronimo di Satan’s Defloration Incorporated.

Certo, il sound è diverso, ma la carica dinamica e la forza adrenalinica contenute in entrambi i lavori sono praticamente analoghe.

Con ‘Forsaken One’ i Bullet-Proof dimostrano di avere una propria personalità, evolvendosi da un passato che comunque rispettano grazie ad un’ottima cura posta nella ricerca dei suoni, dei ritmi e degli arrangiamenti, moderni ed, al tempo stesso, allacciati alle trame Old-School senza però cadere nel nostalgico.

Ritmiche serrate, con un basso e batteria che costituiscono un unico attacco sonico, una voce intensa ed espressiva, ben modulata nel raccontare le proprie storie ed assoli che le proseguono rimanendo legati ai pezzi, senza diventare troppo articolati o fini a se stessi, sono il lavoro di una squadra che ha le idee chiare e che sa muoversi agevolmente, sia lungo le linee più tirate del Thrash, sia lungo quelle più vicine alla matrice Heavy Metal, sprigionando un sound vario ed energico che segue tracciati melodici precisi, frutto di una buona padronanza dei propri strumenti.

L’album, composto da nove pezzi e della durata di poco inferiore ai quarantotto minuti, parte con ‘Might Makes Right’ un pezzo tirato e moderno con variazioni ritmiche determinate e le parti di basso e batteria devastanti.   

Segue la Title-Track ‘Forsaken One’ divisa in una prima parte cupa e cadenzata, con un buon gioco di Twin Guitars ed in una seconda più veloce e con un buon scambio di assoli sostenuto da una pestatissima batteria. Il testo descrive il senso di abbandono che può aver provato Cristo, come essere umano, nel momento della sua crocifissione ed i dubbi che in quel momento devono averlo assalito sulla necessità del sacrificio che stava compiendo per salvare l’umanità. Sensazioni espresse anche nell’ottima cover dell’album, disegnata da Stefano Mattioni, che mostra il Messia abbandonato e sottoposto a tentazioni come può succedere a qualunque essere umano che si sente lasciato solo.    

La terza traccia è ‘Portrait Of The Faceless King’ che si muove su tempi più cadenzati senza perdere potenza. Seguono ‘No One Ever’, dove le capacità tecniche degli artisti vengono tutte fuori con un’ottima parte centrale che precede un momento carico d’atmosfera e melodia, ed ‘I Was Wrong’ che esalta la passione del combo per l’Heavy Metal più classico, con un refrain melodico che tende a stamparsi in testa.

Abandon’ torna ad esprimere la rabbia del Thrash, ‘Lust’ ha una linea melodica che sprigiona modernità e ‘Revolution’ è tagliente quanto una lama di rasoio. Chiude alla grande ‘Little Boy’, nome con il quale gli americani chiamavano ‘affettuosamente’ la bomba atomica sganciata su Hiroshima, che ha determinato la fine della seconda guerra mondiale a discapito di chi aveva la sola ‘colpa’ di condurre una vita normale nel posto sbagliato. Brano emozionante ed articolato, esprime bene sia la rabbia verso chi ha preso la decisione sia la tragicità del gesto. L’arpeggio finale descrive ottimamente la sensazione di quiete che c’era sulla città fino ad un istante prima del bagliore mortale e del tuono nucleare che ne è conseguito. Un brano moderno per raccontare una storia ‘vecchia’ di oltre settant’anni, ma che non bisogna mai dimenticare.

Concludendo, ‘Forsaken One’ è un prodotto di ottima fattura, magari con qualche sbavatura qua e là che però non pregiudica il lavoro, anzi, dimostra quanto i Bullet-Proof siano una band vera, che non si accontenta di assomigliare ai grandi, ma che lo vuole diventare a sua volta percorrendo una propria strada ed acquisendo una propria personalità.

Quest’anno sono uscite valide produzioni da parte di Overkill, Havok e Kreator (per citarne tre). Ora ci sono anche i Bullet-Proof, ai quali vanno i nostri migliori complimenti. Bravi!!!

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