Recensione: Fractal

Di Daniele D'Adamo - 1 Giugno 2010 - 0:00
Fractal
Band: Humangled
Etichetta:
Genere:
Anno: 2010
Nazione:
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48

La storia dei toscani Humangled ha inizio nel 1994 quando, con il moniker Putrid Sequence, incidono il demotape “Inside Reeking Organs”, emblema di un estreme-grind già connotato dalle tematiche tanto care a parecchi act che bazzicavano e bazzicano ancora nel sottobosco del grindcore o del brutal death.
Dopo un secondo demotape (“Anatomic Butchery”, 1997) la band si scioglie, per riunirsi nel 2006 e quindi pubblicare due EP: “Refoetalize” (2007) e “Edge Of Beyond” (2008). Finalmente, in questi giorni, l’uscita ufficiale sul mercato discografico con primo full-length “Fractal”, sotto l’egida della label Abyss Records; specialista in produzioni che giacciono putrefatte nel più estremo underground.

Riassumere la biografia del gruppo di Pontedera è stato indispensabile per potersi calare adeguatamente nel loro mondo, fatto di suoni marci, rozzi, involuti; tipici, proprio, della prima metà degli anni novanta. L’album è stato registrato ai Call One Beyond and Soundfarm Studios, poi missato e masterizzato agli Unisound Studios; con che occorre desumere che la musica in uscita dal vostro impianto Hi-Fi sia proprio quella voluta dal combo, e non quella derivante da una lavorazione dilettantistica e approssimativa. Non per altro, il sound si mantiene costante nella sua restituzione, senza improvvisi cambi stilistici: per ciò, un punto a favore dei Nostri, che – ma ce lo si poteva aspettare, dato che non sono proprio dei novellini – disegnano con tratto indelebile il proprio marchio di fabbrica.
Se il suono e la coerenza stilistica possono essere considerati globalmente accettabili con riferimento agli attuali standard qualitativi, così non è per la parte prettamente artistica del platter. Lo stile, se poteva essere innovativo vent’anni fa, è ora perlomeno anacronistico: in questo lasso di tempo sono state innumerevoli le band che hanno sciorinato sonorità simili se non addirittura uguali. La saturazione del commercio specializzato in questo tipo di produzioni ha però determinato la paradossale, ma non certo positiva, conseguenza che – alla fine – un lavoro come “Fractal” diventa quasi una rarità!

Comunque sia, se un disco suona vecchio e stravecchio, non rimane, per tentare di salvare la baracca, che inventarsi qualcosa d’inusuale o atipico nel songwriting. Tentativo che gli Humangled non fanno. Fedeli sino alla fine ai dettami di base del genere amato, non ne modificano nemmeno una molecola; realizzando così una sequenza di canzoni sostanzialmente analoghe nella loro piattezza e minimalità. Growling immutato nelle linee vocali, riff semplici e scarni, pattern di batteria essenziali costruiscono la rudimentale struttura musicale che reitera l’ossatura di tutti i brani.
La noia, arcigna mietitrice, non perdona nessuno e quindi, dopo pochi passaggi, ghermisce “Fractal”per trasferirlo nel limbo del dimenticatoio. L’idea alla base delle tematiche non è così minimale come quella che si riferisce alla musica, focalizzando l’attenzione sui frattali – mirabili forme naturali profondamente legati alla matematica – e alle loro commistioni con la mente umana, regalando al disco lo status di (semi) concept album. Cosa che, ovviamente, non basta a sollevarlo da una pesante insufficienza.

Altro non c’è, da dire.
Solo e soltanto per maniaci del genere, nella sua forma più decomposta ed elementare.

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Track-list:
1. Fruits Of Abdomen 3:41
2. From Empty Sockets 4:15
3. Infinitesimal 2:57
4. Brutalize The Pedophile 4:40
5. Liquidfire 3:18
6. Cognitive Montrozity 4:13
7. Under The Root 4:21
8. Burning From Inside 3:58
9. As Individuality Fades 4:45
10. Reversed Humans 4:07

Line-up:
Andrew Goreds – Vocals
Luke Scurb – Guitars
Tat0 – Bass
Raffaele Pezzella – Drums

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