Recensione: Freak Guitar

Di Nectar - 24 Luglio 2002 - 0:00
Freak Guitar
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Anno: 1999
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90

Prima di affrontare questo autentico asso della sei corde sono doverose alcune considerazioni: per quanto vi crediate tecnici e veloci lui lo è di più, per quanto vi crediate eclettici o mostruosamente creativi lui lo è di più, per quanto vi crediate mentalmente instabili o eccentrici lui lo è di più, molto, molto di più.

Se riuscite ad immaginare uno Zappa molto aggressivo unito all’esibizionismo accentuato ma più “contorto” del migliore Vai allora vi avvicinerete abbastanza, ma non troppo, alla musica di questo fenomeno dotato di una delle tecniche più spettacolari che abbia mai ascoltato (e di chitarristi ne ho ascoltati davvero tanti).

Già leader dei bravissimi ma purtroppo sconosciuti Freak Kitchen, Mattias si cimenta nel suo secondo cd solista piazzando ben 22 brani strumentali per un totale di 68 minuti di musica ad altissimo tasso virtuosistico e creativo. Fidatevi, Freak Guitar non è il solito cd di shredding esasperato, non troverete neanche un passaggio “accademico”, nessuna prevedibilità “neoclassica”, il tutto è suonato con una originalità strepitosa.

E per il suo cd solista Mattias si è preso la briga di suonare tutti gli strumenti, registrare, mixare e produrre da solo (resterete sorpresi da quanto sia nitida e potentissima la resa sonora).

Commentare tutti i 22 brani renderebbe la recensione più lunga del dovuto, mi limito quindi ad accennare quelli che ritengo più “clamorosi”: Midsummer Night in Hell è una spassosissima melodia un po’ tarantella un po’ filastrocca in 5/4 con tanto di gran cassa e velocissime scale che farebbero impallidire i più incalliti seguaci di Malmsteen (Malmsteen compreso), Lisa’s Passion for Heavy Metal ci regala un riff granitico subito seguito da un gioco di tapping e stringskipping che lascia senza fiato, The Grey Hat of Compromise (la scelta dei titoli è indubbiamente zappiana) è una dolce ballata priva, ma è un episodio isolato, di virtuosismi incredibili in cui Mattias dimostra la sua abilità nel districarsi in arrangiamenti “sottili” e complessi, Evil Shower è proiettata nel progmetal più cervellotico (con accompagnamento di banjo e vibrafono!), Cornholed inizia cattivissima per poi stemperarsi in mille alchimie melodiche e tecniche (che alcune non riesco ancora a capire), Mumbo Jumbo (!?) è nobilitata da una melodia rilassata e spensierata che si evolve continuamente in un turbinio di invenzioni e variazioni (ed è anche uno dei rari esempi in cui Mattias suona una scala “normalmente”). Eccezionele per lunghezza e struttura è Time to Breathe che, presa testualmente, nei suoi 10 minuti regala con la sua dolcissima melodia acustica (avrei voluto comporla io tanto è bella) un momento di respiro e di romanticismo sorprendente (brano consigliato a chi considera erroneamente la tecnica come “assassina” del feeling) 

E per gli amanti del pacchiano Mattias regala anche due chicche: una rivisitazione divertente della celeberrima La Bamba e soprattutto uno stranissimo riarrangiamento acustico dell’anthem Detroit Rock City dei gloriosi Kiss (ma non è facile da riconoscere). 

In definitiva Freak Guitar è un cd che si lascia ascoltare molto gradevolmente, un disco che nei suoi notevoli 68 minuti non ha un calo di tono tanto sono “colorate” e frizzanti le trame melodiche e ritmiche che lo svedese riesce ad inventare.

Caldamente consigliato (praticamente un must) ai chitarristi in cerca di nuovi idoli e a chi cerca musica originale, simpatica, suonata ottimamente e probabilmente anche un po’ folle.

 

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