Recensione: From The Moon To The Sun

Di Mauro Gelsomini - 21 Maggio 2008 - 0:00
From The Moon To The Sun
Band: Kip Winger
Etichetta:
Genere:
Anno: 2008
Nazione:
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75

E’ doveroso aprire la recensione di “From the Moon to the Sun” ricordando la distinzione tra i Winger e il Kip Winger solista, visto che il monicker potrebbe dare adito a non pochi equivoci. Fin dal 1993, anno in cui il polistrumentista statunitense sciolse la main band e intraprese la carriera solista, infatti, il sound si distaccò dall’hard rock ottantino, sfacciato e ruffiano che fece grandi album come In The Heart Of The Young, per divenire più soft e intimista, mossa quasi obbligata quando si tratta di passare ai solo project.

Quelle caratteristiche si ritrovano anche nell’ultima fatica da studio, anch’essa un flusso di coscienza piuttosto contrastante con gli stilemi tipicamente AOR, tanto che anche le melodie risentono di ispessimenti e complicazioni tipiche di certo progressive, mentre gli arrangiamenti abbandonano le magniloquenze – attenzione però alle orchestrazioni!!! – per farsi più maturi e riflessivi, e pur essendo tutt’altro che hard, non “scade” in facili toni pop e melliflui.

L’approccio progressivo è apprezzabile anche nella gamma di soluzioni sonore ben amalgamate e disseminate nella lunga (quasi settanta minuti) tracklist: si va dal rock intenso del duo di apertura, “Every Story Told” e “Nothing”, a momenti più emozionali, “Where Will You Go”, “California” ballad a cui si aggiunge l’acustica “Pages and Pages”, per molti versi riconducibili ai main theme dei film romantici americani… Echi acustici che torneranno anche con “In Your Eyes Another Life” e “Runaway”, dopo l’oscura strumentale “Ghosts”, la cui collocazione in tracklist lascia un po’ perplessi per il repentino e non auspicabile cambio di mood, anche se il piatto forte, per chi scrive, è lo sperimentalismo al limite della psichedelia di “What We Are” e “One Big Game”, in cui giochi di voci riportano indietro negli anni, quando certi contrappunti erano appannaggio di “gente” come Queen e Jethro Tull…

Sicuramente non è un album per tutti, non certo da un ascolto e via, ma non mi stupirei se i fan additassero con le song più d’impatto (“Every Story Told”, “Nothing” e “Reason To Believe”) gli highlight del disco… Uno dei tanti paradossi della nostra musica.

Tracklist:

  1. Every Story Told
  2. Nothing
  3. Where Will You Go
  4. Pages and Pages
  5. Ghosts
  6. In Your Eyes Another Life
  7. Runaway
  8. California
  9. What We Are
  10. One Big Game
  11. Why
  12. Reason To Believe
  13. Monster (European Version – Bonus Track)

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