Recensione: Gasoline & Broken Hearts

Di Marco Leoni - 20 Novembre 2012 - 0:00
Gasoline & Broken Hearts
Etichetta:
Genere:
Anno: 2012
Nazione:
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72

E chi l’ha detto che l’Heavy Metal deve sempre essere tetro, arrabbiato e triste ?
Infatti, ecco un disco allegro, pazzo, ben prodotto e ricco di canzoni che si possono tranquillamente ascoltare anche in ufficio, mentre si lavora. La band italiana capace di sfornare tale prodotto, porta il nome di Beverly Killz, gruppo formato nel 2007 e seguito per il mixaggio niente meno che da Dennis Ward, storico bassista dei Pink Cream69, attualmente in tour con gli Unisonic ed il grande Michael Kiske… non per nulla, l’album è ben bilanciato e ricco di suoni massicci senza però essere troppo pesanti.

I Beverly Killz si possono tranquillamente paragonare ai vari Extreme, Steel Panther e Skid Row, senza però trascurare il fatto che hanno un loro stampo e, quindi, sanno dimostrarsi anche originali nella composizione delle canzoni.
“Gasoline & Broken Hearts” è insomma un lavoro (registrato a Monza e mixato in Germania) molto buono sotto tutti gli aspetti, per il quale vale la pena analizzare ogni singolo elemento.

Il cantante Vince sfoggia una voce davvero dotata, capace di raggiungere picchi elevati (cosa molto cercata in quasi tutte le band) senza risultare forzata: in più, se consideriamo che proviene dall’Italia, bisogna assolutamente segnalare l’ottima pronuncia inglese eseguita nei vari pezzi, sopratutto quelli lenti. Ascoltandolo ricorda Tobias Sammet degli Edguy nei passaggi medi e nel vibrato a fine melodia; Michael Kiske invece nei punti con note alte e urli che finiscono con la “i” tirata. Un’esecuzione di qualità in definitiva.
Non si può fare a meno di notare poi, il grande gusto con cui vengono inseriti gli assolo di chitarra, uno più bello dell’altro, molto blueseggianti e perfettamente a tema con ogni singola atmosfera creata nelle canzoni.
Per quanto riguarda la chitarra ritmica troviamo un suono più standard e meno originale, ma comunque bello e pulito, tanto da fare sentire anche le plettrate più in ombra. Grazie a questo sound le tracce inserite beneficiano di riff molto allegri e divertenti, pur rimanendo sempre sulla linea Hard-Rock ed Heavy-Metal.

Il suono del basso è sicuramente paragonabile ai Maiden, senza, però, essere suonato come una copia di Steve Harris. È forse un po’ coperto dalla chitarra ritmica, infatti, lo si può sentire bene solo in alcuni punti dell’album.

Ora veniamo però alla sorpresa del disco: la batteria. Difficilmente si sono sentite pelli suonare così bene in prodotti registrati nel nostro paese. Dalla cassa, al rullante sino – addirittura – ai piatti (solitamente fastidiosi), ogni elemento è ben distinto e potente, al giusto volume utile ad esprimere potenza sin dal primo brano “Never Back Down”.
Aprendo con una sirena in sottofondo questa canzone irrompe con un mid-tempo ricco di cori nel ritornello, un bellissimo riff di chitarra e un assolo davvero ben ritmato: una tipica cavalcata da proporre assolutamente dal vivo, di quelle che lasciano il segno.
“Away from danger” invece è ben più rilassata, dopo essere stata aperta da un tuono di semplici passaggi di batteria diventa una ballad delicata, dolce e romantica.
E’ il turno di “Baby you’re on target”, anche questa mid-tempo, ma arricchita da un arpeggio, un gustosissimo assolo e urla a volontà.
 
“Dark lady” inizialmente gira attorno ad uno stile più vicino agli Aerosmith come stesura e melodia, per poi sfociare in un’accelerazione tra batteria ed assolo davvero ben mescolati.
Siamo a metà album circa e troviamo il primo mezzo passo falso, nel senso che “Livin and dyin” ha una melodia vocale un po’ forzata e difficile da ricordare, anche a causa di poche pause tra strofa-ponte-ritornello.
“Riding alone” non aiuta a recuperare terreno, mentre con l’inizio della bellissima “For love” si torna a sognare…abbiamo nelle orecchie una intro davvero strepitosa, di quelle che ti portano via con la mente e ti fanno volare lontano. Gran bella canzone, gran bel riff, gran bella melodia, il tutto accompagnato sapientemente da batteria e assolo. Azzeccata ! Una gran botta di canzone che farà la storia della band.
Il disco volge quasi al termine con “Power of your sex” e “Sin City” (non una cover degli Ac-Dc) senza centrare il bersaglio, per poi riaccendere il fuoco del sacro Rock con la cattiva “In Sorrow” : un riff esagerato, accompagnato da un effetto retrò alla voce, tempi spezzati e, ancora una volta, assolo intoccabile grazie ai bravi guitarheroes della band.

Che dire…semplicemente che il disco merita di essere acquistato, è difficile ricordare e scoprire band italiane di questo livello, gusto e produzione.
Qualche pezzo poteva essere steso e scritto meglio. Forse anche evitato, come per esempio la cover di “What is love”, ma al di là di questo le canzoni valide e orecchiabili sono davvero tante.

“For Love” intanto sarà una hit.
O almeno è quel che auguriamo ai bravissimi Beverly Killz!

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Tracklist:

01.    Never back down
02.    Away from danger
03.    Baby you’re on target
04.    Dark lady
05.    Livin and dyin
06.    Riding alone
07.    For love
08.    Power of your sex
09.    Sin city
10.    In sorrow
11.    What is love ” COVER “

Line up:

Vince – Voce
Mak – Chitarra
John – Chitarra
Andrea – Basso
Fabio – Batteria

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