Recensione: Gates Of Doom

Di Keledan - 18 Giugno 2002 - 0:00
Gates Of Doom
Etichetta:
Genere: Prog Rock 
Anno: 2001
Nazione:
Scopri tutti i dettagli dell'album
78

E bravo Fabrizio Chiruzzi.
Da quando ho ricevuto il suo cd, ve lo giuro, lo ascolto in continuazione, soprattutto in quella fascia oraria speciale e selettiva che è la notte. Ma non certo perché fa dormire, non fraintendetemi, ma perché le ore notturne a mio parere si sposano alla perfezione con le oniriche melodie di questo album.
Chiruzzi è un virtuoso della chitarra, e ci propone difatti un album completamente strumentale, che svaria dal rock progressivo alla new age. Al contrario di quanto ci si potrebbe aspettare da un guitar hero, i pezzi di Gates Of Doom sono ricchi di melodie e atmosfere fatate, nonché suoni ricercati. Insomma, non si tratta di una serie di tecnicismi buttati a caso, ma di 5 splendide suite durante le quali la chitarra di Fabrizio, in certi casi, si accontenta persino di stare in secondo piano, anche se per pochi secondi.
Si ha spesso l’impressione di trovarsi di fronte al lavoro di un veterano delle 6 corde, ed è per questo che stupisce sapere che il chitarrista siciliano ha appena 22 anni.
Impressionante l’impatto del primo pezzo, Namelesse Love. Si apre con una tastiera neoclassica in primo piano, accompagnata da un remoto e ovattato suono di chitarra distorta, continua con un arpeggio di chitarra classica per poi esplodere in un pregevole riff tipicamente hard rock.
Non da meno la title track Gates Of Doom, la più melanconica, romantica e graffiante. Continua la melanconia con Blue Tears, con melodie che farebbero l’invidia perfino di un Claudio Lolli.
Il pezzo che mi convince di meno è Second To None, duro e psichedelico, sempre valido come composizione e arrangiamento, ma penalizzato da una batteria troppo finta e da un eccessivo  contrasto con gli altri brani dell’album.
Notevole il pezzo finale, la psichedelica The Eternal Nush, nonostante ci metta troppi minuti per entrare nel vivo, tanto che, proprio mentre ti godi il gran finale, la musica sfuma, lasciandoti con un po’ di amaro in bocca.
Pochi album mi hanno colpito quanto questo Gates Of Doom, e metto la mano sul fuoco sui prossimi lavori di questo artista. La tecnica c’è, la fantasia pure, per quanto mi riguarda i pezzi di Chiruzzi mi hanno coinvolto alla pari di perle quali Metropolis dei Dream Theater.
Dati questi presupposti, chissà che non nasca un “teatrino dei sogni” anche in Sicilia!

1. Nameless Love
2. Gates Of Doom
3. Blue Tears
4. Second To None
5. The Eternal Nush

Ultimi album di Fabrizio Chiruzzi