Recensione: Gates of Metal Fried Chicken of Death

Di Alessandro Zaccarini - 2 Febbraio 2006 - 0:00
Gates of Metal Fried Chicken of Death
Band: Massacration
Etichetta:
Genere:
Anno: 2005
Nazione:
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80

Aaah il caro vecchio metallo, terra di passione e sudore, battaglie e sacrifici… ma anche di intransigenza eccessiva, di quel fanatismo e settarismo che più di una volta sono sfociati in atteggiamenti e situazioni francamente comiche e grottesche, se non ridicole. A fare una splendida caricatura di questo modo di vedere, idealizzare e vivere il metal, ci pensano i Massacration.

La band gioca e scherza con tutti i clichè dell’heavy metal, ostentandone gli stereotipi in qualsiasi modo possibile, sin da Intro, dove troviamo un lento proclama gutturale e i belati in sottofondo. Nei testi, nei riff e soprattutto nelle geniali interpretazioni vocali di Detonator – il quale sfoggia un timbro di voce e un modo di cantare che richiama le scorazzate vocali del grande John Gallagher (Raven) – praticamente tutto è fatto al fine di divertire. Nonostante questo approccio spensierato e caratterizzato da una visione umoristica, le parti strumentali dei Massacration non sono affatto male, il che rende il tutto ancora più interessante.

Veniamo ai fatti. L’inno Metal is the Law è qualcosa di spettacolare, un brano veloce e trascinante, dove la caricatura del genere passa attraverso l’esagerazione di tutto, con il singer impegnato in acutissime parodie delle ugole strillanti del panorama classic. C’è Metal Massacre Attack, altro geniale proiettile epic/speed con ancora una volta Detonator a salire in cattedra con un refrain – indimenticabile sin dal primo ascolto – che recita “Ra ru re ra ru rooooooooooooooooooooooooooooo, metal war zoo uouuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuu”. Brano, tra l’altro, riproposto con una trovata notevole anche in versione techno-trance nella traccia nascosta dell’album. I ritmi terribilmente lenti e scarni, le grida agonizzanti e le tastiere tetre sono gli ingredienti fondamentali di Away Doom, ovviamente la presa in giro del doom metal e brano che rende ancora più efficace l’adrenalina dell’episodio successivo. Infatti, per finire in bellezza, i Massacration affidano la conclusione a Metal Bucetetion, pezzo che riprende umoristicamente tutti i canoni dell’epic metal: cori assoli, linee ritmiche… tornando a portare all’eccesso l’attitudine che già era stata protagonista in altri brani epic del lotto come Cereal Metal o Lets Ride To Metal Land (The Passage Is R$ 1,00).

Immagino già i templari del metallo scagliarsi contro questi ragazzi brasiliani etichettandoli come buffoni in nome di chissà quale mancanza di onore o condotta blasfema. Una crociata di intolleranza e fanatismo che continua a ribadire quanto questi Massacration vadano a segno con le loro critiche. La cosa peggiore è che se i testi non fossero quelli che sono, molti di questi denigratori apprezzerebbero non poco il lavoro di questi pazzi sudamericani, caratterizzato da parti strumentali sempre e comunque tremendamente classiche e interessanti… e questo la dice lunga su un certo modo di concepire il metal.

Tante risate ma anche autocritica e auto-ironia. Una lezione fatta in modi frivoli ma basata su principi perfettamente leciti. Si consiglia l’ascolto e la riflessione non solo a tutti gli “ascoltatori comuni”, ma anche ai non pochi gruppi, noti e meno noti, che sembrano aver dimenticato che si tratta di musica, non di stupidi integralismi religiosi.

Fare ironia non è assolutamente facile, farla in un ambiente “difficile” come il panorama metal ancora meno. I Massacration sono oggi gli alfieri di un po’ di apertura mentale che non guasterebbe affatto…


NB: qui sono disponibili gli esilaranti video della band: la visione è consigliatissima.

Tracklist:
01. Intro
02. Metal Is The Law
03. Evil Papagali
04. Metal Massacre Attack (Aruê Aruô)
05. Feel The Fire From Barbecue 
06. Metal Milkshake
07. The God Master
08. Cereal Metal 0
09. Metal Dental Destruction
10. Let´s Ride To Metal Land (The Passage Is R$ 1,00)
11. Metal Glu-Glu
12. Away Doom
13. Metal Bucetation


Alessandro ‘Zac’ Zaccarini

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