Recensione: Gehennesis

Di Stefano Risso - 23 Maggio 2007 - 0:00
Gehennesis
Etichetta:
Genere:
Anno: 2007
Nazione:
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75

Davvero una bella sorpresa questi Compos Mentis, che propongono a
quattro anni di distanza dal debutto Fragments Of A Withered Dream, il
secondo album, il qui presente Gehennesis. Un disco in grado di
distinguersi dalla massa di uscite mediocri, grazie a una notevole ispirazione
che pervade tutta la durata del lavoro, unita a una prova compositiva/esecutiva
molto convincente.

La base di partenza del sound dei Compos Mentis è un death melodico di
chiaro stampo svedese, su cui i nostri dimostrano di saper costruire brani che
incorporano diverse influenze, arricchite da una cura particolare nella stesura
dei brani e negli arrangiamenti. Gehennesis è infatti composto da
brani mediamente lunghi e articolati, all’interno dei quali i nostri si
destreggiano bene tra melodie che strizzano l’occhio al gothic, stacchi
atmosferici, brevi incursioni elettroniche, e vigorose ripartenze metal di
ottimo gusto, riuscendo a mantenere sempre alta l’attenzione e la bontà della
propria musica per tutti i cinquantuno minuti del lavoro. Il tutto reso senza
snaturare la natura del musica, senza provocare dei salti bruschi tra un
passaggio e l’altro, senza il rischio di trovarsi leggermente spiazzati. Non ci
troviamo certo dinnanzi a un disco innovativo, anche se le idee e la personalità
dei Compos Mentis, riescono nel piccolo miracolo di arricchire il
classico death melodico e a renderlo meno conforme agli stilemi classici del
genere.

Se l’inizio non lasciava presagire grandi cose, con l’opener The Drunken
Diamond
, un buon pezzo ma fin troppo prolisso, è con il passare dei minuti
che prende forma la convinzione di avere tra le mani un dischetto coi fiocchi.
The Mind’s Eye rompe gli indugi grazie ai felicissimi inserti
tastieristici di Rune Klausen e a un songwriting che assume finalmente
spessore, confezionando un brano a dir poco emozionante, a cui seguono In the
Womb of Winter
, con leggere sterzate verso il black melodico e melodie
viking/folk, e Portrait of an Attempted Escape, dove si assiste a un
crescendo di tensione da circa metà brano in poi molto buono, sottolineato anche
da un suggestivo coro in sottofondo. Il resto della tracklist si mantiene
fortunatamente su questi livelli, ad esempio con la struggente Downfall,
Circle of One o l’ottima Tale of the Shadow, in cui i Compos
Mentis
mettono il punto esclamativo a un lavoro molto ben strutturato.

Se aggiungiamo a Gehennesis una produzione all’altezza e una
prova strumentale molto buona, direi che possiamo ritenerci molto soddisfatti.
Un disco che merita l’attenzione di tutti gli amanti della buona musica, e in
special modo degli appassionati delle sonorità nord europee, che riusciranno a
trovare in Gehennesis una validissima alternativa ai nomi più
importanti della scena.

Stefano Risso

Tracklist:

  1. The Drunken Diamond (mp3)
  2. The Mind’s Eye (mp3)
  3. In the Womb of Winter
  4. Portrait of an Attempted Escape
  5. Downfall
  6. My Suicidal Valentine
  7. Faustian
  8. Circle of One
  9. Tale of the Shadow
  10. Gehennesis

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