Recensione: Get The Hell

Di Eric Nicodemo - 25 Febbraio 2014 - 19:48
Get The Hell
Band: Supersuckers
Etichetta:
Genere: Hard Rock 
Anno: 2014
Nazione:
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75

«Supersuckers… Everyone knows the Supersuckers» (Elijah Wood)
Riuscite ad immaginare Frodo Baggins che, ad un tratto, carica un goblin a suon di Rock’n’Roll? Una situazione che sembrerebbe comicamente improbabile ma, leggendo le dichiarazioni del caro Wood sui Supersuckers, non è difficile raffigurarsi una scena del genere…

Una buona parola può giovare alla diffusione di un nome ma, a quanto pare, i Supersuckers, fondati nel 1988 in Tucson (Arizona), sono qualcosa di più di un semplice appellativo: i Nostri, arroccati attorno alla figura carismatica del bassista-cantante Eddie Spaghetti (pseudonimo di Edward Carlyle Daly III), dispensano scariche di adrenalina grazie alla loro grande affinità per melodie vigorose e sessioni strumentali uncinanti.
Dopo una carriera costellata da ben otto capitoli e svariate collaborazioni (tra cui spicca quella con Eddie Vedder dei Pearl Jam), il 2014 è l’anno per i Supersuckers di rinvigorire il loro credo a base di sanguigno e indomabile rock con il nono studio album, dall’inequivocabile e fantasioso titolo di “Get The Hell”.

La partenza è affidata all’attacco elettrizzante della title track, cooptato dal chorus frenetico e amplificato dalla melodia vincente del refrain successivo.
Un’heavy dalle sfumature hard’n’roll colora un altro pezzo veloce e rovente, alias “Something About You”, che sa mordere e divertire nelle sue lanciate incursioni chitarristiche.
Mantenere un’inflessione disimpegnata e, allo stesso tempo graffiante e catchy, rimane la priorità per i Supersuckers in tutto loro disco, dalla prima all’ultima nota: l’armonica della sguaiata “Fuck Up”  rivela il lato più southern del combo, senza rinunciare a un sound ricco di chitarre pesanti ed assoli indiavolati.
“High Tonight” è guidata da una veloce fuga di basso con un guitarplay concentrico che dà le giuste pennellate, per regalarci una song meno vibrante dell’opener ma di sicuro accattivante e ben concepita.

“Pushin’ Thru” è un country rock sgraziato, martellato dal drumming che impartisce una ritmica sostenuta.
E se avete ancora dubbi che il rock dei Nostri sia una sviolinata per “mammolette”, metteteli alla prova con il rock ad alto voltaggio di “Never Let Me Down Again”, che trasfigura il pop smielato dei Depeche Mode per darlo in sacrificio al rock più eversivo e tagliente, dove le liriche crescono d’impatto con gli acuti striduli della sei corde.
“Gluttonous” rilancia la sfida grazie ad una famelico groove motorheadiano, che ha il suo apice nei vibrati energetici e dinamici, senza scadere nel solito citazionismo.
Tiro ed energia non sono mai abbastanza per i Supersuckers, che sparano le pallottole impazzite di “Disaster Bastard”, “Bein’ Bed” (dove Eddie interpreta una versione cattiva di Steven Tyler) e lo swing smodato di “That’s What You Get For Thinkin’”, canzoni colorite dalle scie calde e roche dei backing vocals, l’espediente migliore per far scoppiare un po’ di sano headbanging.

Giunti alla fine ci troviamo di fronte al coro ritmato di “Shut Your Face” (nella quale c’è pure spazio per una tromba, folle ma vero…) e il tutto si chiude inaspettatamente con l’anthem “Rock On”, con il quale i Supersuckers reinterpretano l’hard’n’blues di Gary Glitter, coniando un memorabile loop corale.    

Dobbiamo aggiungere altro? No, visto che avrete ormai capito che “Get The Hell” non ha cali di tensione, nessuna pausa o ballad acustica per tutta la sua durata, trascinandoci in un corsa senza fiato assieme ai nostri beniamini, che, fieri, dimostrano una forma smagliante, invidiabile anche per i big della scena.

Rimane solo una curiosità: se a Elijah “Frodo” Wood piacciono i Supersuckers, chissà cosa ascolta Gandalf il Grigio… perché sappiamo molto bene quale musica prediligono a Mordor!

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