Recensione: Ghost Opera – The Second Coming

Di Gaetano Loffredo - 28 Marzo 2008 - 0:00
Ghost Opera – The Second Coming
Band: Kamelot
Etichetta:
Genere:
Anno: 2008
Nazione:
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60

E se fosse stato il loro miglior disco, fin dove si sarebbe spinta la SPV?

E’ trascorso soltanto un anno, l’essenza e l’atmosfera di cui vi parlai all’interno della recensione di Ghost Opera si sono leggermente attenuate, un po’ inaridite, a noi rimane il retrogusto di un album che i Kamelot stanno per esportare anche sul suolo italico, a Milano tanto per cambiare, nella seconda parte di un tour che sembra essere figlio di quel mezzo capolavoro dal vivo intitolato One Cold Winters Night più che dell’ultimo LP.
Ricapitolando: c’è da spingere la seconda metà del Ghost Opera tour, c’è da confermare l’egemonia di un super-gruppo che on-stage difficilmente sbaglia, c’è da rafforzare la posizione di un disco che non ha convinto come fece The Black Halo, o come fece Karma, e che all’interno della discografia dei Kamelot beh… arranca e non riesce a svettare sugli altri.

Qualcuno ha pensato bene di rimescolare le carte in tavola e di giocare il jolly, una nuova edizione di Ghost Opera, Ghost Opera The Second Coming, che comprende l’intero full length e un disco bonus apparentemente succulento: ci occuperemo proprio di quest’ultimo.

Dieci tracce provenienti dal recente Live In Belgrado, registrate molto bene ma che nemmeno sfiorano l’eccellenza di One Cold Winter’s Night, e quattro brani da studio: uno perfettamente inutile, la versione remixata di Rule The World, uno quasi inutile, The Pendulous Fall che già compariva sulla precedente edizione limitata di Ghost Opera, e due pezzi provenienti dalle versioni orientali di Ghost Opera e di Black Halo, rispettivamente Epilogue e Season’s End. Niente di eccezionale a dire il vero.
Il piatto forte è proprio lo show serbo, e i Kamelot mettono insieme, uno di fila all’altro, quattro tre estratti da Ghost Opera più l’intro: Solitarie, la title track, The Human Stain e Mourning Star. Manca qualcosa: dov’è Rule The World?
Le new entry perdono molta della loro atmosfera gotica ma guadagnano in potenza, era già successo con The Black Halo, album che aiuta a far decollare il disco con la forza di When The Lights Are Down e la dolcezza di Abandoned, una delle migliori ballate mai scritte dai Kamelot.
Il pubblico risponde bene, e i cinque rincarano la dose con The Haunting, andando a completare l’opera con March Of Mephisto, altra perla che è diventata ormai un punto fermo da esibire non appena se ne presenta l’occasione.

Veniamo alla domanda che vi tortura da qualche minuto: vale la pena comperare Ghost Opera The Second Coming?
Chi ha la prima versione può tranquillamente tenersi quella senza sborsare altro denaro, a maggior ragione chi è in possesso anche del live “One Cold Winter’s Night”. Non avrebbe alcun senso.
I veri destinatari sono coloro che, a suo tempo, non si lasciarono tentare da Ghost Opera e che oggi possono riparare acquistando una versione che, a i punti, vale poco più della precedente.

Resta l’odore nauseante di un’operazione commerciale e il valore intrinseco di un album riuscito soltanto a metà. Resta immutato il parere espresso nella recensione precedente.

Gaetano Loffredo

Tracklist CD1:
01.Solitaire
02.Rule The World
03.Ghost Opera
04.The Human Stain
05.Blucher
06.Love You To Death
07.Up Through The Ashes
08.Mourning Star
09.Silence Of The Darkness
10.Anthem
11.EdenEcho

Tracklist Bonus CD:
01.Solitarie
02.Ghost Opera
03.The Human Stain
04.Mourning Star
05.When The Lights Are Down
06.Abandoned
07.The Haunting
08.Epilogue
09.Memento Mori
10.March Of Mephisto
11.Season’s End
12.The Pendulous Fall
13.Epilogue
14.Rule The World (Remix)

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