Recensione: Girls, Girls, Girls

Di Metal Revenge - 30 Giugno 2003 - 0:00
Girls, Girls, Girls
Etichetta:
Genere:
Anno: 1987
Nazione:
Scopri tutti i dettagli dell'album
85


“She’s only fifteen
She’s the reason – the reason that I can’t sleep
You say illegal
I say legal’s never been my scene…”

Prendete la voce calda e intensa di Vince Neil, il basso tonante nonchè l’ispiratissimo songwriting di Nikki Sixx, la sei-corde con il rifferama più yankee che possiate sentire di Mick Mars, il drumming devastante di Tommy Lee e mischiate il tutto con la formula magica “Sex, drugs and R’n’R” nello sfondo dell’America Losangeliana ed ecco che avrete ottenuto una delle band di Glam più famose di tutti i tempi: i Motley Crue.
Questi arrivano alla loro quarta prova su studio dopo il sufficiente esordio “Too fast for love” e gli entusiasmanti “Shout at the devil” e “Theater of pain” intitolando il tutto semplicemente “Girls, girls, girls“, album che come vedremo risulterà essere ancora più sorprendente.
Si comincia subito con Wild Side ed il riff d’apertura su cui poggia poi l’intera canzone è già storia. Una vera e propria dichiarazione d’intenti per quello che sarà a venire il cd, l’opener è anche uno dei momenti più alti e coinvolgenti.
Si prosegue in grande con la title track “Girls, girls, girls“, aperta dal noise di motocicletta, dove il gruppo sembra raccontare in termini non proprio da femministi convinti il loro rapporto co le donne.
La magia fatta di zozzo R’n’r prosegue con “Dancin’ on glass“, altro episodio degno di nota dove si racconta come la droga spinga inesorabilmente verso la morte.
Ancora grandi esempi di Glam Metal con “Bad boy boogie“, grazie anche all’ugola in stato di grazia di Neil.
Nola” è più che altro un simpatico stacchetto, un diversivo in stile simil-country con accompagnamento di violini, mente si ritorna al classico stile tiratissimo con “Five Years Dead”.
Eccoci ora giunti a quella che onestamente confesso sia la mia preferita, devastante Heavy unito a forti tinte melodiche sottolineato ancora una volta dal cantato di Neil e dalla classe di Lee, sto parlando di “All in the name of R’n’R” di cui è riportato l’inizio come testa della recensione.
Irresistibile anche la carica che “Sumthin’ for nuthin’ ” fornisce all’ascoltatore.
Era forse da un pò che già ci si cominciava a chiedere dove fosse la ballad di rito: eccola alla traccia 9, e che ballad! “You’re all I need” è uno dei lenti più belli che possiate sentire uscire dal songwriting di un gruppo metal, che farebbe mettere a piangere anche il bikers più duro.
Chiude il lavoro la cover di “Jailhouse rock” di Elvis Presley in versione live, nota che all’inizio può sembrare abbastanza stonata, ma che alla lunga si rivela essere eccezionale così come le esibizioni dei Crue di quel periodo dove Lee si metteva a suonare in aria su un set di batteria ruotante e Sixx rischiava di lasciarci la pelle per un overdose.
In definitiva un acquisto obbligato per ogni metallaro o bikers che si rispetti.

Ultimi album di Mötley Crüe

Genere:
Anno: 1994
73
Genere:
Anno: 1985
78
Genere:
Anno: 1997
75
Genere:
Anno: 1989
90