Recensione: Gordian Knot

Di Onirica - 29 Luglio 2002 - 0:00
Gordian Knot
Band: Gordian Knot
Etichetta:
Genere:
Anno: 1999
Nazione:
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87

Un disco magico questo dei Gordian Knot, sperimentale al punto giusto. Un girotondo estremo di professionisti d’alta quota circonda festoso un nome sopra tutti gli altri: questi sessanta minuti di buona atmosfera sono figli di una mente conosciuta per la sua genialità compositiva, a suonare è il basso di Sean Malone, membro dei Cynic nell’indimenticabile Focus del 1993. Accompagnato come sempre da Sean Reinert (drums di Cynic e Death in Human), Malone supera il suo progetto “Cortlandt” e con questo disco mette sul banco qualcosa di più unico che raro, sarà quindi inutile insistere sulla estrema originalità di queste dieci tracce. Come se non bastasse, dando un’occhiata al booklet si potrà notare come abbondano nomi di spicco tra i quali Trey Gunn e Glenn Snelwar alla chitarra, Ron Jarzomek, John Myung per qualche istante allo stick. Con musicisti di questo calibro il risultato è assicurato.

Il mistero di questo disco è racchiuso proprio in quest’ultimo strumento e nelle percussioni che ne addolciscono ulteriormente il suono. Regolando volumi e frequenze questo bassista riesce ad ottenere vibrazioni da pelle d’oca e la traccia introduttiva Galois ne è la prova più spettrale; in generale ogni brano segue linee ritmiche molto distese e sebbene il contenuto globale risulti estremamente omogeneo, squisitamente omogeneo, i singoli decimi che compongono questa lunga storia (e quindi Bonus Track non esclusa) sono indipendenti l’uno dall’altro, l’essenza è molto simile così come lo stato d’animo che si raggiunge, ma Malone ne cambia la forma, aspetto sonoro insomma. In questo modo momenti ripetitivi ed angoscianti all’interno di uno stesso pezzo, si sostituiscono ad improvvise scariche di adrenalina che lentamente collassano all’atmosfera tranquilla di uno stick ipnotico, rilassante, malinconico come non mai e tanto triste come accade rispettivamente per Redemption’s Way e Singularity.

Un capolavoro della musica tutto diverso da se stesso, assolutamente diverso dalle altre registrazioni di matrice Malone, instancabile e degno dell’ammirazione di qualsiasi punto di vista. Concludo con un piccolo consiglio: prima di chiedervi perchè questa splendida formazione non abbia cercato una voce, ascoltate il disco appena recensito, se in grado di applicarvi una paziente attenzione non ne sarete delusi. Assolutamente da scaricare almeno la splendida Reflections.  

Andrea’Onirica’Perdichizzi 
 
TrackList:

1. Galois
2. Code/Anticode
3. Reflections
4. Megrez
5. Singularity
6. Redemption’s Way
7. Komm Susser Tod, Komm Sel’ge
8. Rivers Dancing
9. Srikara Tal
10. Grace (Bonus Track)

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