Recensione: Grey Universe

Di Giuseppe Abazia - 28 Luglio 2007 - 0:00
Grey Universe
Band: Autumnal
Etichetta:
Genere:
Anno: 2006
Nazione:
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75

Attivo fin dal 1996, questo interessante act spagnolo si era già fatto conoscere negli anni passati con due demo, In My Shell e The Age of Sin, che mostravano ottime capacità (soprattutto il secondo), ma che risentivano di una somiglianza un po’ troppo marcata coi My Dying Bride, difetto questo che rischiava di adombrare le indubbie potenzialità che il gruppo mostrava. Dopo tre anni di silenzio, gli Autumnal sono di recente tornati sulle scene col loro primo full-length, e sono felice di poter constatare che il nuovo album segna per loro anche il salto definitivo di qualità: non più semplici cloni dei My Dying Bride, questi talentuosi musicisti ostentano ora una personalità molto più decisa, una maggior confidenza nel songwriting, e un gusto per la melodia e per la teatralità spiccato e convincente.

La proposta musicale è un gothic-doom dalla particolare vena atmosferica, forte di una capacità compositiva, da parte del gruppo, di tutto rispetto: le canzoni, sebbene generalmente abbastanza lunghe, sono varie, ben costruite, capaci di alternare con intelligenza sezioni più lente ed altre più tirate. A spiccare sono senza dubbio le melodie, che si distinguono per la loro bellezza pura e struggente, sottolineata da alcuni passaggi di chitarra solista molto coinvolgenti, e arricchite da un consistente uso della viola che dona all’atmosfera un tocco ancor più delicato; numerosi gli stacchi acustici, sempre ispirati e mai fuori posto, che spesso intrecciano i loro arpeggi proprio col suono della viola, rendendo palpabile il senso di malinconia e solitudine trasmessi dalla musica. Interessante anche l’espediente di collegare fra loro la seconda, la terza e la quarta traccia, che vanno così a formare un discorso unico, quasi fossero tre parti di un’unica canzone.
Il vero mattatore del disco, però, è il cantante, che sfoggia ora un timbro ancor più personale che in passato, e una tecnica assolutamente di rilievo: lo stile prevalente è il cantato pulito, attraverso il quale mette in luce un’estensione eccellente, capace di passare senza problemi da tonalità anche molto alte a tonalità più basse e calde, ma sempre caratterizzate dalle stesse sorprendenti capacità espressive e intrepretative. Non solo: presente in consistente quantità anche il growl, altro stile nel quale il cantante dimostra la sua bravura con ruggiti profondi e cavernosi, ed ancora sezioni cantate con un timbro più sporco e aggressivo. Insomma, gli Autumnal sono uno di quei casi in cui un cantante dalla tale versatilità può rivelarsi davvero una carta vincente in grado di fare la differenza.
L’unico difetto che si può trovare in questo album è la produzione: sebbene non sia affatto scadente, una maggiore potenza al suono delle chitarre e una batteria più incisiva e possente avrebbero decisamente giovato alla resa finale. Tuttavia questo è solo il primo album, e sicuramente in futuro questo aspetto avrà modo di essere migliorato.

Il gothic-doom può contare adesso un nuovo ottimo gruppo fra le proprie fila, un gruppo che fra un’uscita e l’altra ha saputo compiere passi da gigante, riuscendo a crearsi una propria identità e affinando sempre di più le proprie capacità. Gli Autumnal sono una piacevolissima sorpresa, e il loro Grey Universe è un album di qualità, potenzialmente in grado di far breccia in diverse tipologie di ascoltatori grazie alla sua vena poliedrica e per la bellezza delle proprie melodie; in particolare, gli amanti del doom malinconico e atmosferico sono vivamente incoraggiati a far proprio questo disco.

Giuseppe Abazia

Tracklist:
1 – As Soon As You Die, Kill Me (10:36) * MySpace *
2 – There Is Only One Season (05:13)
3 – It Lays Over The Leaves (04:15)
4 – You Left It, But There’s No End (07:27)
5 – Cemetery Of Screams (09:19)
6 – Today, Tonight (10:36)

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