Recensione: Ground Zero

Di Lorenzo Bacega - 5 Settembre 2009 - 0:00
Ground Zero
Band: Vindictiv
Etichetta:
Genere:
Anno: 2009
Nazione:
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71

I Vindictiv si formano in Svezia (più precisamente nei dintorni di Stoccolma) nel 2006, dall’incontro tra il chitarrista Stefan Lindholm, il bassista Nalle Pahlsson e il tastierista Pontus Larsson. Nel 2008 il debutto con l’eponimo disco d’esordio, un album piuttosto acerbo ma che metteva in risalto una band assolutamente valida dal punto di vista tecnico e che denotava qualche spunto interessante per quanto riguarda le composizioni. Dopo un anno circa di lavorazione torna sulle scene il combo svedese con un nuovo full length, intitolato Ground Zero e pubblicato nel mese di maggio del 2009.

Le coordinate stilistiche a cui rimane ancorato questo Ground Zero si rifanno a un progressive metal di matrice piuttosto classica, a metà tra Dream Theater (specie quelli di Images and Words) e Shadow Gallery, che alterna lunghi e continui passaggi strumentali con momenti più riflessivi e melodie di ampio respiro. Line up di tutto rispetto quella coinvolta in questa uscita, che vede alternarsi dietro al microfono tre cantanti del calibro di Mark Boals (Royal Hunt, Yngwie Malmsteen), Oliver Hartmann (Empty Tremor, At Vance, Genius) e Goran Edman (Karmakanic, Yngwie Malmsteen, Shadrane), pronti a lasciare un’impronta indelebile su questa uscita. Al loro fianco troviamo una sezione ritmica decisamente solida, formata da Nalle Pahlsson al basso (già nei Therion) e Zoltan Csorsz alla batteria, mentre ottimo è il lavoro svolto dalla coppia Stefan Lindholm alla chitarra e da Pontus Larsson alla tastiera, molto efficaci soprattutto in fase di assolo. Dieci sono le tracce che compongono questo Ground Zero per un minutaggio complessivo che non supera i settanta primi di durata. Brani quelli presenti su questo disco discretamente ispirati e che presentano alcuni spunti interessanti, anche se bisogna riconoscere che in alcuni tratti l’originalità viene proprio a mancare. Certo, non ci troviamo davanti a un mero gruppo clone che si limita, senza alcuna personalità, a copiare quanto fatto da altre band, ma è innegabile che in alcuni punti facciano capolino alcuni richiami e citazioni fin troppo marcati (sentire il rimando a Take the Time presente sulla title track Ground Zero per credere). Nulla da eccepire invece sulle capacità tecniche del gruppo, davvero di ottimo livello. Una seconda lieve nota negativa giunge invece da alcune parti strumentali che risultano nel complesso un po’ troppo diluite e prolisse, e che, quindi, finiscono per appesantire leggermente alcune composizioni. Nonostante questo possiamo sicuramente rilevare che la maggior parte delle canzoni qui incluse sono davvero di ottima qualità: pezzi del calibro della tirata Tweedledum & Tweedlede, della potente e robusta Venom (con un Mark Boals sugli scudi) o della lunga e avvincente No Matter What possono infatti considerarsi pienamente riusciti e ampiamente interessanti. Molto gradevole anche Reach Out, brano piuttosto vivace e grintoso che si sposta verso sonorità più prettamente prog/power, mentre l’epica Golden Gate si segnala per una eccellente miscela di tecnica strumentale e melodie ariose. Da sottolineare inoltre che la versione giapponese del disco presenta una bonus track intitolata The Sacrifice: si tratta di un pezzo nel complesso piacevole, ma che non aggiunge e non toglie nulla a quanto fatto dalla band nel resto del disco.

In definitiva, possiamo sicuramente affermare che, pur essendo passato solo un anno dalla pubblicazione del disco di esordio, i Vindictiv sono riusciti in questo breve lasso di tempo a dare alle stampe un album decisamente più interessante e nel complesso meno scialbo. Sia chiaro, non ci troviamo certo di fronte a un capolavoro, anzi: il gruppo pecca ancora di inesperienza e alcune imperfezioni legate al songwriting sono tuttora presenti (da un lato certi richiami sono ancora troppo marcati, dall’altro alcune parti strumentali risultano troppo pesanti e prolisse), ma nonostante ciò possiamo sicuramente considerare che con questo Ground Zero il gruppo svedese ha fatto un deciso passo in avanti. Se i margini di miglioramento si confermeranno anche nella prossima release, allora si che potremo trovarci davanti a un lavoro davvero interessante.

Lorenzo “KaiHansen85” Bacega

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Tracklist:
01. Modern World
02. Ground Zero
03. Reach Out
04. Golden Gate
05. Venom
06. Tweedledum & Tweedlede
07. I’m Back Home
08. Martha’s Song
09. Overshoot Day
10. No Matter What
11. The Sacrifice (Japanese Bonus Track)

Lineup:

Goran Edman – Vocals
Mark Boals – Vocals
Oliver Hartmann – Vocals
Stefan Lindstrom – Guitars
Nalle Pahlssom – Bass
Zoltan Csorsz – Drums
Pontus Larsson – Keyboards

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