Recensione: Habeas Corpus

Di Vittorio Cafiero - 16 Gennaio 2012 - 0:00
Habeas Corpus
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Genere:
Anno: 2011
Nazione:
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70

Inserendo nel lettore Habeas Corpus, esordio su cd degli Absurd Universe e realizzando che la nazione di provenienza sono i Paesi Bassi, immediatamente il pensiero non può non andare ad act quali primi Pestilence, primi Gorefest e, soprattutto, i veterani del death metal fiammingo Sinister. Ma poi, poiché il perfetto recensore non può limitarsi ad un’analisi superficiale, è bastato ben poco per rendersi conto che tutti (tutti!) i membri della line-up degli Absurd Universe fanno proprio parte anche della storica band autrice del mitico Cross The Styx. In buona sostanza, i Sinister hanno avuto l’idea originale di creare una sorta di band gemella, un side-project (appellativo forse forzato, facendo riferimento le due band allo stesso macro genere) lievemente più orientato al thrash dei bei tempi che furono. Dove infatti i Sinister insistono su un death radicale e pesante, aggressivo e grezzo, l’approccio degli Absurd Universe ha simili orgini, ma si presenta più snello e dinamico e l’influenza di Slayer e derivati è notevole.
Identificato il raggio d’azione della band, l’analisi dell’album risulta relativamente semplice, in quanto il minutaggio è davvero basso e le tracce estremamente omogenee tra loro. Il lavoro, a livello testuale incentrato su un concept navale, si apre con un’intro ad effetto abbastanza standard che lascia ben presto spazio alla prima traccia vera e propria, Freedom Less: death metal di vecchia scuola che fa della velocità la sua caratteristica principale, con il classico break verso i 2/3 del pezzo utile a tirare il fiato e a prepararsi ad un nuovo assalto nella parte finale. Discorso assolutamente identico per la successiva Blood Collector: ancora un pezzo che si lascia ascoltare, nuovamente con la formula velocità-rallentamento-velocità. Maggiore lo sforzo compositivo per Ships Of Enslavement, che inizia lenta ed evocativa per poi partire rapida, ma comunque quadrata. Colpisce la chitarra solista, assolutamente debitrice del tipico shredding di Jeff Hannemann, mentre alcune ripartenze accelerate ricordano in certi frangenti le soluzioni spesso adottate dagli Obituary e da altre compagini dell’US death metal.
Senza essersene nemmeno accorti, si è arrivati già a metà dell’album (giudicate voi se è  sinonimo di fluidità nell’ascolto oppure di mancanza di momenti davvero distintivi): A Stone For Your Skull con la sua ritmica rimanda agli Onslaught di The Force, e, di nuovo, il fantasma degli Slayer aleggia minaccioso, attraverso un duello delle asce che davvero ricorda i più celebri fraseggi scambiati dal duo King/Hannemann. A parte questa parentesi, il pezzo scorre via senza provocare particolari sussulti nell’ascoltatore. Red Water, invece, piace di più, soprattutto grazie ad un finale deciso e incisivo nella strutturazione ritmico/lirica dell’ultima strofa. Anche Boiled By Dead Water può essere annoverata tra i momenti positivi del cd: partenza al fulmicotone, figlia del thrash più selvaggio, prosieguo death brutale, break 100% slayeriano e assoli affilatissimi; nulla di nuovo, è vero, ma quello che viene fuori da questo mix assassino si lascia apprezzare. Under Command aggiunge ben poco a quanto sopra, mentre le ostilità si chiudono con New World Domination (essendo The Endless Quest una semplice “outro” classica e drammatica), buon pezzo che, a parte l’oramai solita e quasi stucchevole influenza Slayer, ricorda in alcuni frangenti i Sodom più pesanti, quelli di Tapping The Vein per intenderci.

Ben lontano dall’essere un capolavoro, Habeas Corpus degli Absurd Universe è un disco di death metal vecchio stile: una produzione all’antica, dove i suoni sono ben calibrati ma mai bombastici, per uno stile che pesca nel thrash più violento anni ’80, proprio come vuole la tradizione di un certo death. Un albun spesso derivativo, ma non privo di momenti interessanti che certamente piaceranno agli amanti del genere. E’ lecito pensare comunque che, sommando il meglio di tale lavoro a quello dell’ultimo targato Sinister, il risultato sarebbe stato sicuramente migliore rispetto a quello raggiunto dagli ipotetici addendi presi singolarmente. Per aficionados.

 

Vittorio “Vittorio” Cafiero

 

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Tracklist:
1.History of a New Hell                     
2.Freedom Less                         
3.Blood Collector                         
4.Ships of Enslavement             
5.A Stone for Your Skull               
6.Red Water                            
7.Boiled by Dead Water         
8.Under Command                
9.New World Domination/The Endless Quest    

Durata: 35 minuti c.a.

Line-up:
Mathijs Brussaard  – Bass
Toep Duin – Drums
Bastiaan Brussaard – Guitars
Dennis Hartog – Guitars
Adrie Kloosterwaard – Vocals

   

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