Recensione: Hammer of the North

Di LeatherKnight - 15 Gennaio 2004 - 0:00
Hammer of the North
Band: Vortex
Etichetta:
Genere:
Anno: 2003
Nazione:
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61

Qualche mese fa gli olandesi Vortex (misconosciuta cult band olandese anni 80) si sono accasati presso l’ottima scuderia di capitan Jürgen Hegenwald e della sua Hellion records.
Dopo tre anni di inattività discografica, Thundervox e soci tornano sulla scena in grande stile, confezionando un nuovo disco, arricchito da ben sei bonus tracks ed stampato in ben tre edizioni diverse.

I fans della band potranno dunque scegliere se prendere l’edizione in vinile nero, arancione o “Hammer of the North” in formato cd (l’unica edizione contenente 6 bonus tracks, occhio!). Gli lp hanno artwork e bonus tracks tutte loro e non posso essere molto preciso a riguardo perché, al massimo, ho viste le copertine solo in foto su internet e non sono proprio nelle condizioni di stilare un giudizio. Viceversa, per quanto riguarda l’edizione in compact disc (su cui mi sono basato per formulare questa recensione, che tengo qua di fronte a me) metto la mano sul fuoco riguardo la qualità dell’impostazione grafica del booklet e del retro. Un lavoro minimale ma molto chiaro ed esauriente (tutti i testi e ben 55 foto!!), realizzato anche con professionalità.
È già da un bel pezzo che le labels puntano non poco sulla qualità dell’artwork, fa piacere vedere che pian piano il livello si sta sempre più alzando.
Ok, all’appello mancherebbe ancora qualcuno (con tutto il rispetto, la Iron Glory ormai è divenuta quasi proverbiale per certi aspetti), ma va bene così.

Andiamo adesso a vedere un po’ che cosa ci propongono i Vortex…bhè, che si può pretendere da questi inossidabile formazione di Groningen? I fans dovrebbero già sapere la risposta.
Obiettivamente la personalità musicale dei Vortex non è mai andati oltre una certa soglia e, senza malevolenza, anche questa volta ovviamente si stabilizzano sul loro standard abituale; sorprendendo piacevolmente comunque per la costanza, l’entusiasmo e il rispetto nei confronti dei fans.

Il loro stile è rimasto sempre quello, ma logicamente stavolta il tutto è stato registrato ottenendo suoni nitidi, incisivi, più freschi ed al passo con i tempi (ok, effetti a destra e sinistra, ma nulla di eretico, tranquilli!).
Anche con una veste tutta nuova, il Vortex sound non può aspettarsi di migliorare chissà quanto ed ecco che non ci stupiamo troppo vendo che le idee nel songwritting sono un po’ ingenue, l’andamento complessivo della tracklist anche tedioso e si troviamo dei brani carini e nulla più.
Addirittura un paio di passaggi sembrano estrapolati dai vecchi brani (ascoltate bene “Hammer of the North” e “Gotta Get Away”; il riff iniziale di “Riptor” con quello sempre di “Gotta Get Away”); autocoverizzarsi è una cosa tristissima, ma non credo personalmente che sia il caso dei Vortex. Certe cose capitano, ok, ma non fanno certo un bell’effetto obiettivamente! Soprattutto se i passi “sospetti” sono contenuti tutti uno stesso disco..

Assodato il fatto che non scorre nuovo sangue nelle vene dell’irriducibile formazione dei Paesi Bassi, sottolineiamo comunque che qualcosa buona, musicalmente parlando, c’è in “Hammer of the North”; ricordiamo dunque “Follow Your Bliss” (brano che si snoda lungo riff vigorosi e penetranti, e che sveglia un po’ dopo le mediocri “As the World Burns” e la successiva “Overthere”), l’opener “Riptor” (a conti fatti uno dei brani migliori), l’anthemica titletrack (nulla di inedito, ma certe cose sono sempre piacevoli da sentire) e la combattuta “Rise, Shine, Fall”.

Riguardo le tracce dal vivo vorrei aprire un piccolo capitolo a parte. Da quel poco che so, i Vortex un paio di anni fa dovevano far uscire un live (sia su disco che in video) che, ovviamente, è rimasto ancora oggi inedito. Molto probabilmente queste due tracce sono un assaggio, o l’unica testimonianza, di quelle registrazioni. Un bel regalo per i fans indubbiamente!

Le rimanenti quattro tracce sono la tracklist completa dell’ep “The Mill” (edito nel 2000, in 500 + 200 copie su vinile ovviamente, dalla svedese Stormbringer productions). Roba già sentita, che non ci fa certo ricredere sul giudizio finale di questa release, ma è un bel regalo per i nuovi fans o quelli che sono stati più distratti in passato.
L’ispanicheggiante “I Got Mucho More” rimane bellissima per l’autoironia e la genuinità dei Vortex, uno spasso!

Tirando le somme “Hammer of the North” è un disco destinato quasi esclusivamente ai fans dei Vortex. L’artwork, le varie edizioni, le bonus tracks e tutto il resto credo che possano essere apprezzate solo da chi nutre simpatie per questa attempata formazione olandese.
Non riesco ad immaginare che una band/release del genere possa ingrifare ascoltatori avvezzi a ben altre sonorità e contesti musicali.
Se comunque vi siete incuriositi un po’, nell’archivio di questa webzine trovate le recensioni dei loro primi dischi (recentemente ristampati). Tornando a noi, giudizio finale e votazione: “for fans only!”

Leopoldo “LeatherKnight” Puzielli

1) Riptor
2) As the World Burns
3) Overthere
4) Follow your Bliss
5) Hammer Of The North
6) Rise, Shine & Falll
7) Where’s my Gun
8) Bitin’
9) Gotta get Away (live)
10) Soulkiller (live)
11) Oubliette
12) I Got Mucho More
13) The Mill
14) A lovely Day

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