Recensione: Handful Of Rain

Di Mauro Gelsomini - 19 Marzo 2003 - 0:00
Handful Of Rain
Band: Savatage
Etichetta:
Genere:
Anno: 1994
Nazione:
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86

E’ il nono studio album per la band della Florida, e nasce nel clima surreale creatosi dalla morte di Criss Oliva, avvenuta un anno prima in un incidente stradale. E’ anche il secondo lavoro con Zach Stevens alla voce, mentre Criss viene rimpiazzato alla chitarra dall’ex Testament Alex Skolnick.
La band decide di presentarsi in uno stato di confusione apparente: Jon Oliva non compare tra i membri della band, nonostante suoni le tastiere, nonché il basso e la batteria su alcuni pezzi. Steve Wacholz viene creditato come batterista, quando aveva lasciato i Sava dopo “Edge Of Thorns” per motivi di salute. Dal punto di vista del songwriting, invece, le idee sono chiarissime: si prosegue sulla scia dell’album precedente, quindi, con un sound cangiante dal rock/blues al recente power/thrash, senza tralasciare momenti di grande intensità, in cui il piano di Jon è sufficiente ad infondere il feeling tipicamente Savatage dei pezzi più emozionanti e struggenti.
Sound cangiante, si diceva, tale da spingermi quasi ad etichettare come progressive questo “Handful Of Rain”: ormai dovremmo essere abituati alla grande abilità dei Savatage di creare atmosfere molto diverse, rese utilizzando stili diversi, ma senza mai perdere la loro inconfondibile identità sonora: è così che si passa dal riffing aggressivo e maligno della veloce opener “Taunting Cobras” al sognante incipit acustico della titletrack, che sfocia poi in un lento groove assassino.
La mia preferita è senza dubbio “Chance”, un must nei live show, e forse una delle migliori Sava-song di sempre, con l’irresistibile contrappunto a quattro voci finale. La song è un mini-concept incentrato sulla figura di Chiume Sugihara, diplomatico giapponese impegnato in Lituania nel corso della seconda guerra. Disobbedendo agli ordini firmò visti a 6000 ebrei, permettendo loro di fuggire dal paese. Tutto il pezzo è basato sul dilemma di liberare 6000 persone che ti vedono come il diavolo in persona.
In una forma-canzone (l’allegro) che rende omaggio alla musica classica, trova spazio il grande solo centrale di Skolnick, la cui firma è evidentissima anche sulla seguente “Stare Into The Sun”, combinazione ad alto rischio esplosivo di jazz, blues e power metal. I vari stili sembrano adattarsi bene l’uno all’altro, risultando le iniziali vibrazioni blues perfettamente connesse al potente riffing di Alex sul chorus e alle vocals brillanti di Zak.
Skolnick in evidenza anche su “Castle Burning”, in cui probabilmente dà il suo massimo: la song narra la storia di Giovanni Falcone e della sua lotta contro la mafia. Il feeling della strumentale “Visions” viene affidato ancora una volta al piano di Jon Oliva, protagonista maestoso anche su “Watching You Fall”, song sulla situazione in Bosnia, argomento che ispirerà l’intero concept di “Dead Winter Dead”. L’accelerazione improvvisa fa di “Nothing’s Going On” il brano più diretto e potente dell’intero platter, mentre i ritmi tornano moderati con “Symetry”, che parla del suicidio di un artista, dal grande impatto reso principalmente dai martellanti colpi di Jeff Plate alla batteria e Johnny Lee Middleton al basso.
L’ultima canzone dell’album, “Alone you breathe” è dedicata a Criss, e risulta di gran lunga la più intensa ed ispirata. Da brividi, in particolare, è il finale, con il richiamo alle linee melodiche di “Believe”, un classico dei Savatage a cui Criss era molto legato. Toccante.
In conclusione, direi che questo disco non può mancare ai Sava-fan, e neanche a chi ha apprezzato il nuovo stile compositivo della band, cioè quello iniziato col precedente “Edge Of Thorns”. Complessivamente non un capolavoro, ma un grande disco di progressive power metal.

P.S.: Esiste anche una edizione con la versione acustica di “Alone You Breathe”, cantata da Jon Oliva, che qualcuno trova ancora più emozionante dell’originale…

Tracklist:

 1. Taunting Cobras   
 2. Handful of Rain   
 3. Chance            
 4. Stare into the Sun
 5. Castles Burning   
 6. Visions           
 7. Watching You Fall 
 8. Nothing’s Going On
 9. Symmetry          
10. Alone You Breathe
11. Alone You Breathe (Acoustic Version)

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