Recensione: Have a Nice Trip

Di Alessandro Calvi - 28 Aprile 2003 - 0:00
Have a Nice Trip
Etichetta:
Genere:
Anno: 2003
Nazione:
Scopri tutti i dettagli dell'album
78

Eccoci qui a recensire il nuovo album dei Die Apokalyptischen Reiter dal titolo di Have a Nice Trip.
Il primo termine che mi viene alla mente per definire questo disco e i suoi autori è “eclettici”. Il cd si presenta a me con una bella copertina che potete vedere anche qui sopra, nulla di particolare ma il disegno è bello e dà una certa idea riguardo al genere che la band dovrebbe proporre, se lo si gira però si trova una foto dei due musicisti che mi fa più pensare a una band di punk-ska.

Inserito il cd e schiacciato play invece ecco cosa mi trovo davanti: in pratica quattordici pezzi, e dico quattordici, uno diverso dall’altro, ognuno con delle sue influenze particolari diverse da quelle degli altri brani.

L’album si apre con il primo pezzo che parte subito con una notevole accellerazione e una voce growl che, sebbene sia piuttosto filtrata dall’elettronica, ci fa pensare a un pezzo di black metal grezzo e veloce, salvo poi avere due netti stacchi con parti sinfoniche e voce pulita che spiazzano un attimino. Il secondo pezzo riprende le idee del primo con accellerazione e stacchi, solo invertendoli e impreziosendo il tutto con dei cori di voci femminili, la mia impressione è che comunque le parti meglio riuscite siano quelle più melodice e di sapore più epico e marziale, risultato ottenuto anche grazie all’uso della lingua tedesca musicalmente molto dura.
Nel terzo brano ecco che fanno la loro comparsa anche influenze folk in particolare nel ritornello grazie alla tastiera in secondo piano e alle percussioni di quelli che paiono dei bonghi. Dopo il growl e le musicalità quasi black dei primi pezzi, si passa per alcune canzoni alla voce pulita e a pezzi più lenti con parti strumentali e sinfoniche e qualche inserto anche di folk. La differenza è tale rispetto ai primi brani che per esempio la quinta canzone per alcune melodie mi ricorda addirittura i Gamma Ray di Land of the Free.
Totalmente spiazzante poi il sesto pezzo che presenta melodie spagnole e testo nella stessa lingua, una vera canzone che se non fosse per l’uso delle chitarre elettriche nel finale, chitarre che comunque riprendono la melodia del brano senza scostarsene, potrebbe forse essere firmata da Julio Iglesias.
Si torna su terreni più conosciuti con il settimo brano in cui tornano ritmiche più veloci e dure, una voce aggressiva ma purtroppo anche filtrata e si continua con l’ottava canzone che però presenta furiose accellerazioni e stacchi accompagnati da voce pulita e flauto.
Si torna sullo stile dei brani tra il terzo e il quinto con le canzoni successive, in cui secondo me spicca in maniera particolare la decima, brano lento, molto melodico e strumentale in cui la voce ha spesso un ruolo più parlato che cantato. Brevi passaggi black poi nella successiva traccia che ha in generale un tono più oscuro quasi a fare da contraltare alla precedente con i suoi passaggi molto ariosi e melodici.
Passaggi da black tiratissimo e veloce e voce growl per il dodicesimo pezzo affiancato a passaggi più lenti e con cori femminili di sottofondo.
Del tutto all’opposto l’ultima traccia dell’album che è praticamente un brano strumentale e sinfonico in cui la voce ha una parte ridotta e spesso usata solo per dei cori.

Menzione a parte merita la bella cover della song Master Of The Wind dei Manowar, canzone lenta, accompagnata per gran parte solo dal piano e che rende perfettamente le atmosfere della canzone originale, la voce non è quella di Eric Adams ma l’interpretazione data dai Die Apokalyptischen Reiter è molto calda e sentita.

In conclusione mi sentirei di consigliare sicuramente questo album, un album per certi versi strano, molto eclettico come dicevo prima, ma proprio per questo in grado di andare incontro ai gusti di un pubblico molto vasto. Forse per lo stesso motivo però in grado di essere osteggiato anche un po’ da tutti a causa forse di una personalità e di un genere non ben definito. Un disco consigliato quindi in particolare ai curiosi.

Tracklist:
01 Vier Reiter Stehen Bereit
02 Warum?
03 Sehnsucht
04 Terra Nola
05 We Will Never Die
06 Baila Conmìgo
07 Ride On
08 Du Kleiner Wicht
09 Komm
10 Das Paradies
11 Fatima
12 Wo Die Geister Ganz Still Sterben
13 Seid Willkommen

14 Master Of The Wind (bonustrack – Manowar Cover)

Alex “Engash-Krul” Calvi

Ultimi album di Die Apokalyptischen Reiter

Genere:
Anno: 2004
80
Genere:
Anno: 2008
62