Recensione: Heathen Warrior

Di Damiano Fiamin - 22 Giugno 2011 - 0:00
Heathen Warrior
Band: Stormwarrior
Etichetta:
Genere:
Anno: 2011
Nazione:
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63

Quinto album per i tedeschi Stormwarrior che, incuranti del tempo che passa, continuano imperterriti a proporre la loro miscela

di speed metal a tinte power come se non fossero mai usciti dagli anni ’80. Helloween e Running Wild sono certamente tra i numi

protettori di questo quartetto di metallari vecchi stampo e non solo per quanto riguarda lo stile: ricordiamo che Kai Hansen, oltre ad

averne prodotto i primi due CD, ha anche suonato con il gruppo come ospite sia in studio, sia dal vivo, ed è arrivato a portarli in

tour con i suoi Gamma Ray in più di un’occasione. Per quanto riguarda le tematiche, Heathen Warrior non si distacca dalle

quattro creazioni precedenti e continua a muoversi tra vichinghi, dei norreni e innevati paesaggi scandinavi, elementi molto cari a

Ramcke e compagni.

Nonostante un titolo che porta alla mente i Falkenbach, …Og Hammeren Hæves Til Slag… non è altro che un breve arpeggio

introduttivo che apre la strada alla title-track, caratterizzata da tutti gli aspetti per cui si può amare od odiare la musica degli

Stormwarrior: power chord e chitarre lanciate a tutta velocità su un letto di doppie casse martellanti, con la voce di Lars Ramcke che

avanza pulita, destreggiandosi tra assoli e coretti a bassa gradazione epica. Le dita tamburellano tenendo il ritmo anche durante

l’ascolto della traccia successiva, The Ride Of Asgård che, tutto sommato, si mantiene a un livello accettabile sia a livello

strumentale, sia per quanto riguarda il cantato. È leggero sospiro di scoramento quello che emette l’ascoltatore mentre accoglie la

quarta traccia, Heirs To The Fighte, prima della serie di canzoni dal titolo arcaicheggiante; è abbastanza ovvio che non è la

ricerca dell’originalità a muovere i ragazzi di Amburgo.
Se siete dei fan di lunga data degli Stormwarrior state pure tranquilli, non avrete nessuna delusione da quest’album; se, invece,

siete ancora incerti se espandere i vostri orizzonti musicali verso il freddo Nord dipinto dai tedeschi, tenete conto che il loro

maggior difetto è anche il loro maggior pregio: nessun compromesso musicale, nessuna variazione sul tema, prendere o lasciare!
La sequela di ritornelli accattivanti, contornati da chitarre che porgono il loro tributo ai Gamma Ray e una sezione ritmica che si

impegna il più possibile per mantenere elevato il ritmo, prosegue con Fyre & Ice. Portando avanti l’ascolto, diviene sempre più

difficile distinguere una traccia dall’altra, i brani che si susseguono calcano talmente tanto su uno schema già sentito che tendono a

fondersi nelle nostre orecchie se non gli si dedica un’attenzione più che completa. È solo con la maestosa The Valkyries Call

che la musica cambia, in tutti i sensi: la canzone riesce a distaccarsi dalle sue sorelle grazie a un ritmo più solenne e grave,

adatto per comporre un brano più epico, sempre debitore dal punto di vista musicale alla scena teutonica anni ’80 ma, se non altro,

dotato di una personalità propria. Purtroppo è solo un episodio, il disco si chiude con l’ennesimo brano-clone dal programmatico

titolo di And Northern Steele Remaineth, come a voler ribadire la volontà degli Stormwarrior di mantenere la posizione e

rimanere saldi nei propri principi musicali.

Nonostante tutto, Heathen Warrior non è un brutto album. La completa mancanza di originalità lo fa sembrare più lungo di quanto

sia in realtà ma, se non vi dispiace il genere, potreste avere in mano un CD in grado di farvi compagnia durante l’estate, infilato

nell’autoradio mentre andate a godervi il meritato riposo! Probabilmente, però, a settembre ne avrete già abbastanza. Idealmente,

potrei dare un consiglio a tre categorie di possibili acquirenti: se siete tra coloro che hanno seguito gli Stormwarrior dagli inizi

senza mai tentennare, ignorate il voto e procedete all’acquisto dell’album a occhi chiusi; se siete fan di Gamma Ray, Helloween o

Running Wild, potete valutare l’acquisto ma fareste forse meglio a indirizzarvi verso i primi album del gruppo che, se non altro,

hanno dalla loro una certa freschezza d’idee. Se non vi riconoscete in nessuna delle altre due categorie, saziate la vostra fame di

vichinghi con gli Amon Amarth.

Damiano “kewlar” Fiamin

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Formazione:
Lars Ramcke – Voce, Chitarra
Alex Guth – Chitarra
Yenz Leonhardt – Basso
Hendrik Thiesbrummel – Batteria, Voce

Tracce:
01. …Og Hammeren Hæves Til Slag…
02. Heathen Warrior
03. The Ride Of Asgård
04. Heirs To The Fighte
05. Bloode To Bloode
06. Fyre & Ice
07. The Returne
08. Wolven Nights
09. Ravenhearte
10. The Valkyries Call
11. And Northern Steele Remaineth

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