Recensione: Heaven Bled

Di Andrea Bacigalupo - 26 Ottobre 2016 - 16:00
Heaven Bled
Etichetta:
Genere: Thrash 
Anno: 2016
Nazione:
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65

Non giudicare il disco dalla copertina ………” fu questo quello che pensai quando comprai “Hobbs’ Angel of Death” nel 1988. Feci la scelta a “scatola chiusa”, basandomi su una recensione letta su una rivista specializzata dell’epoca.

L’album di debutto del combo australiano, capitanato da Peter Hobbs, era una vera bomba sonora composto da ottime canzoni ben arrangiate, ben suonate.

Il secondo album, “Inheritance”, uscì nel 1995. Violento ed eclettico, a tratti sperimentale, con esso Peter Hobbs dimostrava di voler rinnovare il proprio stile senza scendere a compromessi di sorta, fregandosene altamente del momento di estrema crisi che il Thrash Metal stava attraversando.

Ora le cose sono di nuovo cambiate: i fans hanno dimostrato di avere ancora voglia del sano e genuino Thrash Metal richiamando sui palchi molti gruppi dell’epoca d’oro.

Peter Hobbs non poteva mancare e, rinnovando completamente la Lineup dei suoi Angel Of Death,  pubblica il 14 ottobre 2016, dopo un intervallo di circa ventuno anni, il terzo full-length “Heaven Bled”, composto da dodici canzoni e della durata di quasi cinquantotto minuti.

La formula dell’album ricalca più o meno quella dei precedenti: strofe e partiture musicali suonate a velocità “smodata” (citando il film del 1987 “Balle Spaziali” di Mel Brooks) frammentate da potenti cambi di tempo ed assoli  repentini, lunghi e melodici. Il tutto suonato con notevole maestria, precisione ed in modo massiccio grazie anche alla onnipresenza della doppia cassa.

Il risultato non è male, ma molte tracce presentano tessiture simili, con poche variazioni una dall’altra; questo rende il complesso del lavoro non dico monotono, ma di difficile ascolto, risultando dispersi nella loro eccessiva lunghezza i momenti innovativi dove il combo esce dagli schemi. Bisogna però dire che quando lo fa il risultato è eccellente: i brani più interessanti sono quelli che, distaccandosi dall’elemento velocità, puntano sulla potenza delle cadenze e sui tono oscuri.

Scorrendo l’album, l’opener “Il Mostro di Firenzi”, riguardante un periodo drammatico della storia del nostro paese, mischia velocità e tempi medi intervallati da un lungo assolo monolitico. La seguente “Walk My Path” è composta da strofe terrificanti di forte impatto seguite da una lunga partitura musicale la cui melodia rimane subito in testa; se pur ricca di variazioni di tempo è però troppo lunga e ridondante. Passando per “Final Feast”, che ci riporta alla fine degli anni ’80, e per la dinamica “Suicide” si giunge a “Drawn and Quartered”, un egregio esempio di potente Heavy Metal, con un assolo lungo ed articolato, nella quale la melodia primeggia sulla velocità; a parere del sottoscritto è il pezzo che più si distingue. Al centro dell’album troviamo la  Title-track “Heaven Bled”, che alterna momenti d’atmosfera oscura rallentati fino allo stremo a parti molto veloci. 

I tre brani successivi, “Sadistic Domination”,  “Son of God” e “Depopulation” non presentano episodi notevoli, essendo incentrati principalmente sulla velocità, mentre nella decima traccia, “TFMF”, questa si alterna con un buon tempo medio di sabbattiana memoria.

La lunga “Hypocrites” è troppo dispersiva e di complicato ascolto mentre la conclusiva “Abomination” è sensazionale per via delle trame lente ed oscure che avvolgono il cantato; queste conducono prima ad una parte martellante e poi ad un tempo medio lungo e pestatissimo, interrotto da un arpeggio insolito che introduce un assolo eccezionale, carico di melodia e di enfasi, che chiude non solo il brano, ma tutto l’album.   

Tirando le somme, il mio personale giudizio è più che sufficiente, anche se ritengo che l’album sarebbe stato più scorrevole se composto da qualche traccia in meno, vista la similitudine tra alcune di esse.

Nonostante questo Peter Hobbs rimane uno dei grandi del Thrash Metal, partecipe della stesura di alcune pagine fondamentali della sua storia. Ci auguriamo che con questa formazione, la cui alta qualità è indiscussa e che, tra l’altro, comprende due membri dei Thrasher toscani Violentor, i suoi Angel Of Death trovino la stabilità necessaria per proseguire la strada intrapresa con la dignità di chi, pur stando al passo con i tempi, difende inesorabilmente le proprie idee e le proprie scelte.    

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65