Recensione: Heavy Sharing

Di Stefano Ricetti - 6 Marzo 2016 - 0:10
Heavy Sharing
Etichetta:
Genere: Heavy 
Anno: 2015
Nazione:
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Enio Nicolini fa parte della storia, quella con la “S” maiuscola, dell’heavy metal italiano e lo stesso heavy metal italiano, non solo la cellula residente nella parte centrale della Penisola deve molto a questo bassista, membro fondamentale e inesauribile motore ritmico di nomi altisonanti quali Unreal Terror e The Black. Musicista anche attivo negli Akron e più recentemente negli Sloe Gin, approda al primo disco con il proprio moniker stampato sopra sul finire dell’anno scorso.

Heavy Sharing è il titolo dell’album, che viene licenziato sul mercato per il tramite della Buil2Kill Records. Dieci i pezzi ricompresi all’interno del dischetto ottico, accompagnato da un booklet di dodici pagine contenente delle suggestive foto in bianco e nero di molti degli artisti coinvolti nel progetto.

La coraggiosa sfida lanciata da Enio Nicolini al mondo – o anche solamente a se stesso – consiste nel fatto di confezionare due manciate di pezzi heavy metal totalmente privi della presenza delle chitarre. Un po’ come andare appositamente in una delle migliaia di trattorie disseminate per lo Stivale e al posto di ordinare il classico menù tipico esclusivo del luogo si opta per una pasta in bianco, probabilmente.

Lungi dal gridare al sacrilegio e nonostante gli ospiti d’eccezione, Heavy Sharing non ce la fa proprio a graffiare, nonostante innumerevoli passate nel Cd-player. Gente di riferimento e con i controcolleoni come Giacomo “Giga” Gigantelli dei Danger Zone, Trevor dei Sadist, Daniele “Bud” Ancillotti della Strana Officina, Luciano Palermi degli Unreal Terror, Morby dei Sabotage, John “Goldfinch” Cardellino dell’Impero delle Ombre, addirittura l’ex Iron Maiden Blaze Bayley pur prestando la propria illustre ugola al servizio dell’impianto canzone allestito dal buon Nicolini non riesce ad imprimere a questa tipologia di brani l’impennata che ci si attenderebbe.

Da Track of Madness sino Ai Confini del Mondo è un recriminare su come avrebbe potuto essere ed invece non è stato… una o anche due asce affilate e sanguinolente avrebbero avuto l’effetto di un bulldozer in una cristalleria, capaci di risollevare le sorti di dieci canzoni alle quali manca sempre “quel” qualcosa che sta proprio alla base del concetto stesso di heavy fucking metal.

Sarà per la prossima, Enio…              

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti

 

 

ENIO NICOLINI

 

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