Recensione: Hellblast

Di Matteo Bovio - 4 Febbraio 2002 - 0:00
Hellblast
Band: Hell Born
Etichetta:
Genere:
Anno: 2001
Nazione:
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75

Mamma mia che violenza gli Hell-Born!!! Black/Death metal suonato con una ferocia rara nei gruppi odierni, e che trova il suo punto di forza proprio in questa caratteristica. Questa è una di quelle uscite che magari non ascolterete tutti i giorni, ma che spesso e sovente entrerà nel vostro stereo con molto piacere. Per il tipo di proposta infatti ogni ascolto da le medesime sensazioni dei primi; e, scusate la precisazione, la longevità è uno dei fattori che ritengo più significativi nella valutazione di un Cd.

“Hellblast” contiene 6 tracce registrate nel gennaio 2001, e 4 nel maggio 1996. Infatti questo Cd in origine era nato come Mini. E’ stato poi stampato assieme alle canzoni che avevano fatto parte di un altro MCD, registrato prima del provvisorio scioglimento della band; fatto sta che tutte le 10 tracce, per quanto la differenza tra le due registrazioni sia evidente anche a livello stilistico, mi sono piaciute parecchio. Dopo una breve intro parte la prima vera e propria canzone, “Vision Of Decline”, che getta l’ascoltatore nel mondo degli Hell-Born senza tanti complimenti. L’unica descrizione plausibile per questa canzone è la seguente: una mazzata in faccia. Troppo spesso il Black si dimentica della sua componente più primordiale e selvaggia; elementi che gli Hell-Born riescono invece con successo a far emergere.

Credo che alcune attinenze con i Behemoth, oltre alla nazionalità, siano piuttosto evidenti: niente di più normale, in quanto due degli elementi di questo gruppo sono stati loro componenti. L’influenza non è comunque predominante, e se anche lo fosse, non credo che in tanti avrebbero da ridire al riguardo, trattandosi di uno dei gruppi di punta della scena degli ultimi anni.

Spettacolare la quarta traccia, “The Victory”, forse la meglio riuscita di tutto il Cd. Ma la grandiosità del gruppo sta nell’esser riuscito a mantenere alto il livello per tutti i 46 minuti, senza abbandonarsi a pause o a riffing transitori che sempre più riempiono le moderne produzioni; ogni singola nota di questo album puzza di Black metal in una maniera incredibile!!! Qualcuno avrà da obiettare che io avevo presentato la loro musica come Black/Death: effettivamente questa seconda componente non manca, ma direi che è la meno prevalente delle due.

Le ultime 4 tracce erano state registrate dai soli Les e Baal (entrambi ex-Behemoth e ex-Damnation). Il feeling che permea da queste insane canzoni rimane comunque il medesimo… anche se con l’aggiunta di un pizzico di marciume in più. Non nego di preferire la parte contenente le registrazioni più attuali; questo non toglie comunque nulla al valore complessivo del Cd.

Consiglio caldamente di astenervi dall’acquisto di questo Cd se non siete particolarmente votati ad ascolti estremi; in questo caso potreste infatti stufarvi molto presto di quanto contenuto qua dentro. A tutti gli altri invece consiglierei un ascolto, se possibile, prima dell’eventuale investimento. Anzi, direi che un ascolto se lo merita in qualunque caso; in caso contrario rischiate veramente di perdervi una bella occasione.
Matteo Bovio

Tracklist
01. Intro
02. Visions Of Decline
03. Raise The Dead
04. The Victory
05. Follow The Beast
06. The Day Of Wrath
07. Inverted
08. Hellraiser
09. Those Are Dead But Shall Rise
10. Merciless Onslaught

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