Recensione: Helping Hands … Live & Acoustic At The Masonic

Di Andrea Bacigalupo - 18 Febbraio 2019 - 21:07
Helping Hands … Live & Acoustic At The Masonic
Band: Metallica
Etichetta:
Genere: Thrash 
Anno: 2019
Nazione:
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MetallicaAWMH

Quello che intriga subito è la copertina, diversa da tutte quelle dei precedenti album, è un disegno spensierato: colorato, con quattro mani che escono dall’acqua tenendo ciascuna i propri strumenti; sullo sfondo San Francisco sotto un cielo purpureo e sopra il logo della band scritto con caratteri fumettistici.

Colpisce poi la parola ‘Live’, che subito porta alla mente quel grande album che è il ‘Live Sh*t: Binge & Purge’ del 1993.

Mette invece ansia il termine ‘Acoustic’: subito le copertine di ‘Kill ‘em All’, ‘Ride the Lightning’ e ‘Master of Puppets’, che si materializzano nel cervello ogni volta che si parla dei Metallica, si frantumano in mille pezzi, come se fossero di cristallo, e salgono alla mente ‘Lulu’, l’esibizione di ’Moth Into Flame’ con Lady Gaga (non tanto per lei, che tra gli artisti pop è forse quella più trasgressiva, quanto per quel mucchio di ballerini assatanati – parola che, dopo il festival di Sanremo, ormai si può tranquillamente dire – che facevano da sfondo), le decine di dichiarazioni fatte per fare gossip, tipo la passione di Lars Ulrich per Miley Cyrus, ed il periodo tremendo in cui un sacco di artisti Metal suonavano ‘unplugged’.

Metallica LP

E’ però importante far risaltare lo scopo di questo lavoro: ‘Helping Hands … Live & Acoustic At the Masonic’ è il concerto tenuto il 3 novembre 2018 dai quattro cavalieri al teatro Masonic di San Francisco, prima edizione della raccolta fondi per la ‘All Within My Hands’, fondazione benefica creata dai Metallica stessi nel febbraio 2017 con lo scopo di aiutare varie associazioni di volontariato.

L’evento, dal nome ‘Within My Hands Foundation Helping Hands Concert And Auction’, è consistito nel concerto, al quale hanno partecipato anche i The Elephant ed i Kurt Braunohler, ed in un’asta dove sono stati venduti vari cimeli musicali autografati dal gruppo. La raccolta ha fruttato oltre 1,3 milioni di dollari, un risultato più che ottimo.

E’ quindi ‘normale’ che i padri del Thrash Metal abbiano cercato una formula per chiamare più persone possibile, cosa che comunque fanno da anni indipendentemente dalla beneficienza o meno e la cosa più semplice era un concerto che poteva essere ascoltato da tutti: metallari e non. Per cui, via le chitarre elettriche e distorsore, sostituite da quelle acustiche, e preparata un’intelligente ‘scaletta’ comprendente l’arco storico della band, più qualche cover per ricordare i gruppi che l’hanno influenzata, come da ultra decennale tradizione (chi si ricorda quando, nei concerti, accennavano poche note di ‘Run To the Hills’?).

Le scelte dei brani sono state anche coraggiose, non limitandosi ad utilizzare pezzi già predisposti per la versione acustica, ma anche vere icone Thrash ed altri che raramente sono cantati dal vivo. Tutti suonati magistralmente, mantenendo la sezione ritmica di basso e batteria, però … e sì, purtroppo c’è un però … perché il lavoro è molto altalenante.

Metallica live 2

Il primo pezzo è nientemeno che ‘Disposable Heroes’, da ‘Master of Puppets’ del 1986. La versione acustica è tirata ma l’ardore nel suonarla non basta: è quasi irriconoscibile e dice poco.

Il secondo va invece alla grande: ‘When a Blind Man Cries’ cover dei Deep Purple e B-side del singolo ‘Never Before’ del 1972 che anticipò il grande ‘Machine Head’, rispetta molto l’originale, con un James Hetfield dalla voce intensa ed un bell’assolo di chitarra classica.

Anche ‘The Unforgiven’, da ‘Metallica’ (ossia il Black Album) del 1991, rimane drammatica praticamente come l’originale, anche se privata della parte elettrica, ed acquista un maggiore senso di rassegnazione.

La quarta traccia è ‘Please Don’t Judas Me’ dei Nazareth, tratta dall’album ‘Hair of the Dog’ del 1975 ed interpretata di recente anche dai Metal Church. Nella loro versione acustica i Metallica la suonano ancora più lenta, riuscendo però ad estrarne l’anima dura.

Anche il pezzo successivo è di un altro artista: ‘Turn the Page’ di Bob Seger, contenuta nell’album ‘Back in ’72’, del 1973. La versione suonata dai Thrasher lo rispetta molto ed è praticamente eccellente.

I Metallica tornano ai propri pezzi con ‘Bleeding Me’, tratto da ‘Load’ del 1996. Devo dire che, in questo caso, la versione acustica è meglio dell’originale.

Altro giro, altra cover: questa volta i Metallica si cimentano nientemeno che in ‘Veteran of the Psychic Wars’, grande pezzo dei Blue Öyster Cult contenuto in ‘Fire of Unknown Origin’ del 1981 e facente parte della colonna sonora del film d’animazione ‘Heavy Metal’. 

metallica live

Il quartetto, pur dimostrando una buona abilità agli strumenti, non riesce a ricreare l’atmosfera cupa e marziale dell’originale, né a dare qualche sensazione nuova. Il brano non è il massimo e lascia un po’ il tempo che trova.

Si riprende però con ‘Nothing Else Matters’, nuovamente da ‘Metallica’, suonata praticamente conforme all’originale e con una sezione centrale molto romantica.

Ad essa segue ‘All Within My Hands’ da ’St Anger’ del 2003, la cui presenza può dirsi obbligatoria visto che da il nome all’associazione benefica. Su di esso non ci sono parole da spendere: brano terrificante nella versione originale non riesce ad essere migliorato nella versione acustica.

Il disco si chiude con due classici del Thrash, ‘Enter Sandman’, nuovamente da ‘Metallica’, e ‘The Four Horsemen’ da ‘Kill ‘em All’ del 1983, e con un terzo destinato a diventarlo: ‘Hardwired’ da ‘Hardwired … to Self Destruct’ del 2016. Anche per questi ultimi tre brani c’è poco da dire: si possono ascoltare ma in chiave acustica rendono poco.

Concludendo, il concerto acustico ha il suo perché e non possiamo essere che felici del risultato che ha ottenuto. D’altronde, chi vuole ascoltare i Metallica dal vivo in versione originale standosene comodamente a casa, ha solo l’imbarazzo della scelta tra gli svariati album live ufficiali che essi stessi hanno pubblicato durante la loro carriera. Per cui va bene, un live acustico ci sta, anche con i suoi alti e bassi. Uno però … speriamo che per la prossima raccolta fondi trovino soluzioni diverse.                                 

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