Recensione: Heroes of Origin

Di Nicola Furlan - 24 Febbraio 2013 - 0:00
Heroes of Origin
Band: Hatriot
Etichetta: Massacre Records
Genere: Thrash 
Anno: 2013
Nazione:
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77

“Steve ‘Zetro’ Souza” è una ‘calamita umana’ per tutto ciò che sia connesso al concetto di thrash metal. Ogni progetto musicale associato a questo nome è intriso di martellante metal fino all’ultima nota. Già cantante dei maestri californiani Exodus da “Pleasures of the Flesh” a “Force of Habit”, passando quindi per capolavori immortali come “Fabulous Disaster” ed “Impact Is Imminent” e pure sul come back del 2004 “Tempo of the Damned”, il talentuoso cantate, nel 2010, dà vita agli Hatriot. Come Legge della strada vuole, è proprio da là che saltano fuori i nomi a completamento della line-up: perfetti sconosciuti dalla brillante ed incontaminata attitudine alle chitarre, figli d’arte alla sezione ritmica. Quindi, cosa mai avrebbero potuto produrre cinque ‘animali’ come questi, se non del fottuto e devastante thrash metal in pieno stile West-Coast?

Ed ecco che questa miscela di esplosivo e corrosivo thrash metal prende il nome di “Heroes of Origin”. Il disco suona da paura! Il graffiante cantanto di Steve “Zetro” Souza appare davvero immortale. Ritmicamente questo loro esordio è contraddistinto da una dinamica frizzante e vorticosa. Il riffing è azzeccato e vario, perfettamente calibrato alla dimensione underground di qualità a cui, tanto per aprire una piccola parentesi, non siamo più abituati da tempo. Si pensava che non fosse più possibile riproporre thrash metal ‘vecchio stile’ con i controcazzi? Ebbene, qui veniamo smentiti, come accade spesso quando a riprendere in mano la baracca sono quei musicisti che non si sono mai uniformati al ‘sistema’ del thrash metal moderno. Qui vige la regola del rispetto dell’ascoltatore e della coerenza compositiva, quella derivante dall’energia senza fine che contraddistingue l’attitudine di questi musicisti.

Affiancati ad un songwriting che a volte non disdegna qualche puntatina verso il classico martellante stile newyorkese, troviamo comparti solisti di pregevole fattura ad opera del capace Miguel Esparza. Tutto ciò raffina ed eleva il livello qualitativo dei già riusciti brani. Demolente pure il lavoro alla batteria, strumento torturato senza pietà dal pupillo Nick Souza: raffiche di doppia, accelerazioni improvvise ad alto indice bpm, contraddistinguono la sezione ritmica di “Heroes of Origin”. Dal punto di vista armonico sembra che la band non disdegni le rinnovate ispirazioni dettate di recente dagli Heathen con il loro “The Evolution of Chaos”, fondamentale disco che nel 2010 ha contribuito a deviare la staticità del thrash moderno nella direzione più illuminata del dimenticato technical speed che tanto influenzò le produzioni di mostri sacri della scena come Artillery, Annihilator e Defiance. Un’oscura aurea filo-Overkill di tanto in tanto rende ancor più profondo il songwriting di questi dieci pezzi. Ed è proprio questa completezza compositiva ricca di alternanza tra technical speed metal e thrash a garantire tre quarti d’ora privi di filler per un risultato compatto e senza momenti di stanca.

Punti deboli? Debole o no che sia, il songwriting non propone nulla di nuovo. Poi, a puro gusto personale, la copertina lascia alquanto a desiderare, mentre sulla produzione qualche annotazione in più è dovuta. Si tratta del classico muro di suono senza particolare dinamicità, compatto, ma ancora troppo freddo. Nulla di diverso da quanto si possa ascoltare dalla maggior parte delle produzioni di metal moderno. In particolare, sono le pelli a subire gli appunti più pungenti in quanto poco convicenti a livello di ‘pacca’, sopratutto sui rimshot. Pure la doppia cassa non beneficia dell’impulso necessario a farla schizzare fuori quando serve sebbene si attesi instancabile mitragliatrice quando il contesto compositivo lo richiede.
“Heroes of Origin” è un grande disco, puro nella propria essenza, convincente e competitivo se rapportato ai giorni odierni. Suona discretamente e sintetizza una dinamicità non comune in ambito thrash metal moderno. Con questi balordi andate a colpo sicuro. Potete credermi.

Nicola Furlan

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Tracce:

01. Suicide Run
02. Weapons of Class Destruction
03. Murder American Style
04. Blood Stained Wings
05. The Violent Times of My Dark Passenger
06. Globicidal
07. And Your Children to Be Damned
08. The Mechanics of Annihilation
09. Shadows of the Buried
10. Heroes of Origin

Formazione:

Steve ‘Zetro’ Souza: Voce
Cody Souza: Basso
Nick Souza : Batteria
Miguel Esparza: Chitarra
Kosta V.: Chitarra

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