Recensione: Hic Regnant Borbonii Manes

Di Claudia Gaballo - 8 Agosto 2019 - 0:00
Hic Regnant Borbonii Manes
Band: Sühnopfer
Etichetta:
Genere: Black 
Anno: 2019
Nazione:
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75

Sühnopfer è il progetto black metal di Florian Denis, anche conosciuto come Ardraos, musicista francese già attivo in gruppi come Charogne e Wolfsangel. L’idea nasce nel 2001 e da allora sono stati pubblicati tre demo, un EP, una compilation e due full-lenght, compreso questo “Hic Regnant Borbonii Manes” edito nel maggio 2019.

Lo stile del progetto si caratterizza per i richiami al medioevo francese, con particolare attenzione agli aspetti più (anti)religiosi e alle atmosfere oscure e misteriose di quel periodo. Le premesse sono quindi intriganti, anche considerando che l’”ambientazione” si presta particolarmente bene a questo sottogenere musicale; inoltre, le contaminazioni tra metal e musica antica sono di solito tra le più interessanti. Questo mood medievale è costruito a partire dalla copertina dell’album, raffigurante una torre diroccata, fino alla tracklist, dove i titoli delle canzoni sono un misto tra francese e latino.

‘Invito Funere’ ci introduce lentamente alle atmosfere dark dell’opera, sfumando in un canto gregoriano e concludendosi con una citazione in francese. ‘Pénitences Et Sorcelages’ è una traccia ben rappresentativa di tutto l’album: ritmo spedito che non rallenta mai, chitarra solista altrettanto veloce ma anche suggestiva, la voce in scream non è in primo piano ma sembra arrivare da lontano. A conclusione della traccia, un altro pezzo recitato in francese.

Il clima da santa inquisizione è rispettato, e otto minuti di canzone passano come se niente fosse. ‘Hic Regnant Borbonii Manes’ e ‘La Chasse Gayère’ seguono più o meno lo stesso schema ma deludono un po’ le aspettative, non avendo particolari richiami medievali oltre alle già citate atmosfere tetre. Finalmente in ‘Je Vivroie Liement’ troviamo un intermezzo folk di chitarra e tamburo accompagnati da voce, in uno stile che ricorda i pezzi acustici dei Winterfylleth. ‘Dilaceratio Corporis’ è un brano che, pur mantenendo una velocità elevatissima, riesce a cambiare ritmi e chitarre in modo da sembrare più lento in alcuni momenti. ‘L’Hoirie De Mes Ancestres’ inizia seguendo lo stile tipico dell’album, si concede una breve chitarra folk, e poi sembra cerchi di tradurre in chiave black metal quelle stesse melodie medievali. La parte finale poi alterna ritmi diversi fino a chiudersi con il suono di una campana.

“Hic Regnant Borbonii Manes” è sicuramente un album interessante nel panorama black metal, capace di ricreare un’atmosfera ben precisa. Tuttavia sarebbe stato bello trovare molti più momenti medievali e gotici, magari amalgamati con la musica metal e non trattati come intermezzi a parte. Questo avrebbe aggiunto originalità all’opera e avrebbe definito ancor meglio lo stile del progetto. Bisogna anche considerare che Sühnopfer è un one-man band, e riconoscere che produrre da soli un’opera del genere è già di per sé un risultato lodevole.   

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