Recensione: High Tension Wires

Di Paolo Robba - 10 Settembre 2015 - 10:20
High Tension Wires
Etichetta:
Genere: Hard Rock 
Anno: 1989
Nazione:
Scopri tutti i dettagli dell'album
92

Corre l’anno 1989 ed esce sul mercato discografico il terzo album del biondo chitarrista di Hamilton,  Steve Morse. Fondatore dello storico gruppo Dixie Dregs, Steve ci aveva già precedentemente regalato, con la Steve Morse Band, suo progetto solista, i due album “The Introduction” e “Stand up”. La band era nata, probabilmente, per esprimere al meglio la propria creatività. Il sound era caratterizzato da una moltitudine di influenze che da sempre colorano e arricchiscono i loro contenuti.

Jerry Peek al basso e Rod Morgenstein alla batteria sono i musicisti chiamati a colorare il quadro che Steve, ancora una volta, dipinge con eleganza e maestria. Perché se c’è un aspetto che davvero va sottolineato nella musica di Steve Morse è l’incredibile eleganza con cui questo straordinario musicista suona: tecnica, raffinatezza, incredibile pulizia nel suono, fraseggio e poesia; tutto questo si sposa perfettamente dando vita ad un mondo ricco di pathos ed emozioni. Diciamolo subito: “Hight Tension Wire” è veramente un gran bel disco, emozionale e profondo dove la chitarra di Steve ci regala momenti indimenticabili di rara raffinatezza. Nella sostanza il disco non può essere definito propriamente rock ma, sinceramente, la cosa non deve certo sorprendere in negativo.

In mezzo ad una moltitudine di chitarristi, di astri nascenti e di presunti enfant prodige della sei corde che mettono in campo una gara di velocità finalizzata a chi esegue la scala minore armonica più veloce possibile, o il riff più accattivante che orecchio umano abbia mai udito, Steve fa della sensualità e della melodia sognante il tema portante dell’album. Quando si ascolta Mr. Morse nulla è scontato; catalogarlo in un genere ben preciso e racchiudere la sua musica in un inutile stereotipo musicale è quanto di più sbagliato si possa fare. Steve Morse semplicemente sorprende l’ascoltatore miscelando perfettamente il rock al country, il blues al jazz, il suono paurosamente pulito delle chitarre acustica e classica a quello più graffiante della sua ‘Music Man’.

“Ghostwind”, pezzo apripista dell’album, è poesia pura. Un continuo arpeggio di Steve fa da sfondo alle idee e genera un tappeto ritmico alle poche note con cui Steve permette a sogno e realtà di unirsi, regalando ai presenti ascoltatori indescrivibili emozioni. E’ davvero incredibile come Steve Morse suoni musica raccontando in realtà una storia e colorando il suo, e il nostro mondo, di sfumature sempre diverse. “The Road Home” è uno dei pochi momenti rock dell’album e uno dei classici pezzi tipici del suo stile inconfondibile: melodia semplice, ma accattivante e soliti fantastici soli ricchi di intensità e bellezza.

Non abbiamo neppure finito di assaporare le reminiscenze country di “Country Colors” (e mai titolo fu più azzeccato…) che il terzetto, con “Highland Wedding”, ci porta dritti nelle Highlands Scozzesi ed Irlandesi, facendoci immaginare e sognare i magnifici paesaggi di queste incontaminate terre. “Third Power” è un’altra piccola gemma di questo meraviglioso album con un assolo centrale di chitarra acustica da brividi.

Il disco scorre nel lettore regalandoci le emozioni e le sensazioni più svariate alternando tutto il repertorio “sensuale” di Steve con arpeggi, fraseggi delicati, soli melanconici, gioiosi e graffianti al tempo stesso. Due comunque le perle da menzionare. Partiamo dalla funambolica e velocissima “Tumeni Notes”, il pezzo più rock dell’intero album. Quattro minuti di soli acrobatici e arpeggi distorti e puliti, velocissimi. Un classico, un capolavoro di tecnica e maestria; pezzo che centinaia di chitarristi sicuramente cercheranno di riproporre ed emulare. Da applausi! Ed è quindi il turno della successiva “Modoc”, momento più riflessivo ed intimista dove Steve incanta con la sua chitarra classica, ritagliandosi uno spazio tutto suo.

Si chiude così, magnificamente, “High Tension Wire”.

Che dire cari lettori: Steve Morse conferma tutte le lusinghiere parole che circolano sul suo nome sfornando un album passionale, emozionante dove la musica entra dritta nel cuore e nella mente di chi ascolta. Chiudete gli occhi e fatevi trasportare, semplicemente, dalla musica di questo incomparabile artista delle sei corde, in un mondo dove la quiete prende a pugni la tempesta, dove la sensualità regna incontrastata dominando ogni possibile pensiero negativo e dove le emozioni traboccano e dilagano.

Cento, mille dischi come questo!    

Paolo Robba

Ultimi album di Steve Morse Band

Genere: Hard Rock 
Anno: 1996
80