Recensione: Hold Your Fire

Di Onirica - 28 Marzo 2002 - 0:00
Hold Your Fire
Band: Rush
Etichetta:
Genere: Prog Rock 
Anno: 1987
Nazione:
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85

Gesù Bambino aiutami perchè non so se riuscirò a trattenere l’emozione di questo momento. Appena acquistato, non posso fare a meno di recensire immediatamente un capolavoro del rock di fine anni ottanta, fonte d’ispirazione più o meno produttiva per decine di gruppi ancora oggi. Offro ai gentili ascoltatori questo sacchetto di caramelle squisite, dalla confezione dipinta dei colori impercettibili all’occhio umano: questo successo è semplicemente irripetibile. Unico gusto i frutti di un bosco denso e rigoglioso delle arie più fresche ed atmosferiche, mentre un raggio di sole dall’alto ferisce il paesaggio nel quale questi tre indiavolati esseri umani riusciranno a catapultarci.

E proprio il pensare che siano solo in tre mette maggiormente i brividi:
Geddy Lee: Bass Guitar, synthesizers, bass pedals, vocals
Alex Lifeson: Electric and acoustic guitars
Neil Peart: Drums, percussion, and electronic percussion

Eccoci all’interno. Ogni componente si preoccupa di lasciare immediatamente la sua impronta digitale su Force Ten, brano d’apertura esilarante dove grazie alle tastiere il tentativo di far oscillare a mezz’aria il risultato si rivela vincente: possiamo guardare dritto negli occhi un bridge centrale pieno di timore e tremore, dove gli strumenti concedono da subito il meglio di sè. Le inebrianti linee di basso si possono assaporare sin da ora, a rendere il sound più schematico e frammentato lanciato in una corsa sfrenata verso l’orgasmo, alla maniera pirandelliana naturalmente.

Dopo l’ascolto di Time Stand Still mi chiedo come sia possibile non innamorarsi all’istante di tanti profumi: una presenza femminile accompagna la voce di Lee nella stesura del chorus che nell’ultima parte prende il volto con un aumento di velocità tradotto dal corpo umano con un sussulto di quelli gelidi e non è finita, Neil lascia cadere a terra i suoi piatti di porcellana combinando un disastro.

Ok. Chi pulisce? Ci pensa Open Secrets. Questo brano ha la forza di distrarre da ogni attenzione, anzi riuscirà a trascinarvi per i capelli al primo debutto ufficiale dei Dream Theater due anni più tardi con When Dream And Day Unite: gli spunti catturati dagli eroi di Six Degrees sono moltissimi e particolarmente chiari nella chitarra dell’adolescente ed ingenuo Petrucci del G3 2001.

un sorriso inevitabile fa nascere Prime Mover, nella chitarra di un Lifeson tanto dolce quanto micidiale e graffiante nell’apertura del suono in accordo con l’ennesima scorta di piatti di porcellona. Mentre mi domando quanto cavolo sia costata la registrazione di questo disco, ecco scendere dal cielo Lock And Key. Basta l’inizio a farmi consigliare mai come in questo caso e con tutto il cuore l’acquisto di un album dove risiede l’ossigeno necessario al futuro del prog in generale: questa volta Oscar al migliore attore non protagonista, le tastiere che come angeli hanno ormai fatto le ali conservando il cielo in una tasca.

Diamine una caramella più buona dell’altra mentre busso alla porta di Turn The Page: risponde un misterioso basso che mi invita ad entrare. Attraverso le note del brano più movimentato voglio proprio vedere chi riuscirà a resistere alla tentazione di saltare da una parte all’altra della propria stanza, proprio come faccio io iN qUeStO mOmEnTo.

Adesso è necessario tenersi forti perchè i Rush promettono il colpo di grazia a chiunque si riveli troppo sensibile. Tai Shan è una canzone tanto grande quanto il paese cui si ispira, la Cina. Chiudendo gli occhi sarà come trovarsi in cima alla montagna sacra, cullati da motivi tipicamente orientali, dove le parole pronunciate dalla voce splendida di Lee diventano nuovamente poesia. Classico esempio di brano da ascoltare con le proprie orecchie, alla fine vi lascierà sospesi e senza fiato, sospesi nella memoria di A Passage To Bangkok dall’album 2112 precedente di oltre dieci anni.

Insomma per gli amanti del prog sarebbe un peccato non avere questo disco, vero Gesù Bambino?

TrackList:

1. Force Ten
2. Time Stand Still
3. Open Secrets
4. Second Nature
5. Prime Mover
6. Lock And Key
7. Mission
8. Turn The Page
9. Tai Shan
10.High Water

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