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Di Mauro Gelsomini - 27 Gennaio 2007 - 0:00
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Band: Hartmann
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Anno: 2007
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74

Ad un anno e mezzo di distanza dal debut Out In The Cold, Oliver Hartmann torna al suo progetto solista dopo le “solite” apparizioni come guest, su The Legacy degli Helloween, prima, e su Rocket Ride degli Edguy, poi. Non si tratta certo di alternative di carattere meramente economico, dal momento che il progetto Hartmann vive tranquillamente con le proprie forze, essendo stato scelto non a caso dai Toto come supporting act del loro ultimo tour estivo.

Il nuovo album mostra subito un deciso cambio di marcia rispetto al precedente, abbandonando le emotività e l’intimismo che ne avevano caratterizzato diversi episodi, e prediligendo un songwriting più diretto, decisamente votato alle melodie accattivanti, sostenute spesso e volentieri da up-tempo di chiara ispirazione Whitesnake. E’ altresì riconducibile al cantato del Coverdale più sbarazzino anche lo stile di Oliver, ormai pienamente convinto dei propri clamorosi mezzi, e forse memore con non poca nostalgia dei suoi trascorsi più metallici – mi riferisco in particolare agli At Vance – tant’è che a co-produrre l’album vuole accanto a sé il produttore power metal per antonomasia, Mr. Sascha Paeth, il cui “tocco” è veramente inconfondibile.
Nessun cambio di marcia, viceversa, è riscontrabile nei contenuti delle song, dal lirismo chiaramente impegnato, con la predilezione di temi legati all’ego e alle sue priorità, alla sfera affettiva e al senso della vita, e pur non trattandosi di un concept-album vero e proprio, è evidente il filo conduttore tematico tra i brani.
Non sono di certo escluse dalla tracklist power-ballad d’effetto, come “My Everything is You”,
“I Don’t Want To Know”, “Crying” e il gran finale acustico “Lay All Your Love On Me”, anche se i pezzi forti sono, come si diceva, i brani più energici come la opener “Coming Home To You” o “Millionaire”, già dal titolo suggeritrice di un appeal tutto lustrini, o ancora “The Sun’s still Rising”, arena rock colpevole di nostalgie ottantiane…
Insomma, la dedizione di Hartmann per l’AOR più ruffiano, riuscita ad andare oltre il debut, si è rafforzata con ritornelli al massimo dell’orecchiabilità, in pieno Hollywood style hard rock (chi sta già pensando a Robert Tepper e a colonne sonore di film americani, s’accomodi pure), anche se le origini del nostro frenano – per fortuna – certe sparate ai limiti del pacchiano.
Aumenta però la quantità di tastiere presenti, e permane l’amore per certe trovate gospel (“My Everything Is You”), nonché alcuni modernismi pop nel guitar sound, peraltro già sperimentati con successo da molti mostri sacri del genere, Harem Scarem, TNT e Toto su tutti.

Alla batteria troviamo con piacere il “nostro” Dario Ciccioni, negli Hartmann fin dal maggio 2005 in occasione del primo live della band, per l’ennesimo progetto targato Frontiers: ritroveremo infatti il drummer di Daily Trauma, Khymera e Genius proprio nel terzo ed ultimo capitolo della Rock Opera, che uscirà a breve, e per la quale Hartmann ha curato gran parte dei cori.

Tracklist:

  1. Coming Home To You
  2. The Sun’s Still Rising
  3. My Everything is You
  4. Somewhere Someday
  5. Just For You
  6. I Don’t Want To Know
  7. Higher Than Me
  8. Why Do I
  9. Millionaire
  10. Crying
  11. Lay All Your Love On Me

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