Recensione: Homerun

Di Nicola Furlan - 11 Marzo 2007 - 0:00
Homerun
Band: Gotthard
Etichetta:
Genere:
Anno: 2001
Nazione:
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85

Esordio discografico datato 1992 per questa band svizzera (per metà proveniente dal Canton Ticino) che con il debutto Gotthard aveva stuzzicato gli uditi degli amanti dell’hard rock più mitigato. La consacrazione arriva nel 1994 con l’uscita di G. che, riprendendo e marcando maggiormente lo stile del debut album, consolida la loro prima identità compositiva.

Ci si aspetta grandi cose e le conferme non tardano ad arrivare. Con i successivi capitoli la band dimostra d’avere tutte le carte in regola per realizzare strutture musicali importanti. Dalle sonorità hard rock a quelle più storiche e blueseggianti viene comunque mantenuto un dolce retrogusto melodico. Di fatto sarà Open (1999) a chiudere un primo capitolo di questa prevalente ed istintiva attitudine rock.

Homerun nasce invece sotto una nuova veste. Pregno di influenze stilistiche di matrice americana, l’album conquista all’istante pubblico e critica. Le esecuzioni sono indirizzate verso la via artistica dell’easy listening. Ricordi musicali che si rifanno alle produzioni di Brian Adams piuttosto che a quelle di Bon Jovi hanno la forza di attrarre l’ascoltatore in accattivanti e coinvolgenti atmosfere on the road. Il tutto accarezzato dalla delicatezza di un songwriting positivo e caldo che fa degli immediati refrain e dei semplici, ma efficaci comparti ritmici, il credo artistico prevalente.

Altro punto forte dell’album è la sognante atmosfera delle ballate: dalla profondità di Heaven, all’intimità dell’acustica Lonely People, fino a raggiungere i culmini passionali ed iridescenti di Say Goodbye. Pezzi lenti che si attestano per qualità e personalità a gemme luccicanti dell’intero lavoro, nonché a studiati intramezzi per proposte più vitali e graffianti come l’opener Everything Can Change o la mistica Eagle.
Il crescendo continuo si chiude con la titletrack che non riesce a frenare la maestosità quasi sinfonica dell’orgoglio che i cinque sanno di dover esternare in questo loro importante momento storico.

Una produzione elastica, curatissima e di grande presa funge da collante a questo ventaglio di eterogenee proposte musicali. Un settaggio di suoni che centra, momento dopo momento, canzone dopo canzone, le coordinate emotive che la band persegue a seconda del caso.

Un album rilevante per la scena hard rock mondiale. Forse non siamo di fronte ad un precursore di spiccata innovazione, però la spontaneità di Steve Lee & Co. nell’interpretare il concetto di hard rock secondo certe idee è notevole.
Cosa aspettarsi da Homerun? Domanda di non facile risposta, ma una cosa è sicura: su queste note si vive l’energia del rock e si sogna la magia della passione. Musica che colpisce.

Nicola “nik76” Furlan
 
Tracklist:
01 Wun Ga-Li (0′ 29”)
02 Everything Can Change (4′ 02”)
03 Take it Easy (3′ 41”)
04 Light in Your Eyes (3′ 56”)
05 Heaven (4′ 33”)
06 Lonely People (3′ 24”)
07 Eagle (5′ 06”)
08 End of Time (3′ 25”)
09 Say Goodbye (4′ 23”)
10 Reason to Live (4′ 51”)
11 Come Along (4′ 49”)
12 Homerun (6′ 10”)

Line up:
Mandy Meyer: Guitars
Leo Leoni: Guitars
Steve Lee: Vocals
Marc Lynn: Bass
Hena Habegger: Drums

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