Recensione: How Would You Like To Be Spat At

Di Giorgio Vicentini - 8 Aprile 2005 - 0:00
How Would You Like To Be Spat At
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Anno: 2005
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77

Piangiamo la scomparsa di una grandissimo gruppo gothic metal, lo stesso che ci deliziò con l’ottimo predecessore, ma non sprechiamo troppe energie perché c’è di che esultare per la nascita di una nuova creatura, per la quale sarà indispensabile togliersi dalla mente ciò che è stato. Fin da subito, evitate l’errore che ho commesso io, l’etichettare questa nuova essenza come un tentativo sciapo, il capriccio di voler fare il disco “alternativo” così come tutte le gothic band che hanno con ambizioni moderniste cercano di registrare, sarebbe una leggerezza madornale. How Would You Like To Be Spat At ha un mare di punti interessanti, basta volerli trovare.

Come per altre band che inaugurano il loro corso musicale con uno stile aggiornandolo in corso d’opera, anche gli svedesi mieteranno vittime tra i fans della prima ora, che potrebbero ricevere la mazzata definitiva dopo aver sopportato l’evoluzione del precedente Still At Arms Length. Che piaccia o meno, le band come questa sembrano avere nel DNA la dote di sapersi mettere in gioco di continuo, avendo il bisogno di sperimentare sé stessi, evolvendo il proprio progetto artistico ed evitando l’immobilità, anche relativa, che si possono permettere per ovvi motivi soltanto pochi mostri sacri. 

Sia artwork (di primo acchito duro da digerire ma perfetto nell’ottica del disco), che titoli (dal piglio inusuale e costruzione ricercata) sono indizi che mostrano la voglia di “diverso” della band che abbandona completamente il flauto, saluta senza troppi complimenti il gutturale e rende ancora più spazio a Emma Hellstrom. Subentra l’uso dosato e controllato dell’elettronica, dei campionamenti, degli effetti sonori, per riempire la struttura dei brani rinfrescandoli. 
Un atteggiamento che vuole sposare un sano spirito di libertà dagli schemi precotti del genere, senza rinnegare la radici metal, ora ridimensionate ad importante variabile e non unico riferimento ed espresse con la potenza di una produzione di ottimo livello, che libera il basso pulsante e l’aggressività del riffing pesante di taluni frangenti.

Molteplici sfaccettature il cui filo conduttore è la stimolazione d’interesse nell’ascoltatore unita ad uno sforzo compositivo molto apprezzabile e d’effetto. Vocals femminili ariose a dinamiche, validissime orchestrazioni di contorno, scelte attraenti, profili mutevoli; arrangiamenti strumentali e tecnologici senza eccessi, partiture che cercano la completezza dell’espressione, dosando potenza e melodia, studiando il passaggio che possa colpire oppure il guizzo di classe che, a conti fatti, marchia ognuno dei dieci pezzi del lotto. Ritmo, progressione, dinamismo, voglia di ricerca e di impressionare senza strafare: un occhio allo stile ed uno all’orecchiabilità.
Prove vocali rilevanti appannaggio di Emma Hellstrom e Tobias Martinsson, la prima nella veste di voce leggera ed armoniosa, all’occorrenza duttile nell’adattarsi alle melodie, rendendo gradevolissimi tutti i brani nei quali primeggia; il secondo concentrato nel cercare di offrire una prova che esuli dalla normalità, abbracciando uno stile che mi ha spesso ricordato il cantato pulito del (da me) compianto Tom Sedotschenko (ex Evereve) dei momenti più sofferenti.

I The Provenance hanno lavorato con coraggio mettendosi alla prova, componendo musica che sposa uno stile odierno arricchito di sensazioni, momenti importanti, tocchi d’autore, emozioni leggere, cercando la via del cambiamento, rimescolando le carte che finora li avevano resi vincenti. 

Se vi piacce la concezione evoluta di gothic, avrete di che gioire con i “nuovi” The Provenance. Disco senza dubbio notevole, da consigliare senza remore, da ascoltare fino allo sfinimento ed oltre, qualcosa da scoprire si trova sempre.

Tracklist:
01. Woh II TSC
02. Heroine
03. Catching Scarlet In The Sun
04. How Would You Like To Be Spat At In The Face
05. Some Gossip On Stealing A Spouse
06. Going Down
07. Considering The Gawk, The Drool, The Bitch And The Fool
08. Kick You So Hard
09. About A Whore, About A Kill…
10. Speeding To Get By

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