Recensione: Human Crime [EP]

Di Luca Recordati - 8 Luglio 2015 - 22:41
Human Crime [EP]
Band: Fallout H.R.
Etichetta:
Genere: Thrash 
Anno: 2015
Nazione:
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L’universo musicale è pieno di giovani band che voglio sfondare pensando un domani di riuscire a eguagliare il percorso fatto dai big, ma purtroppo il divario è troppo ampio perché, almeno in Italia, non c’è una vera e propria politica di sviluppo dei giovani. Questo discorso esula in parte la scena metal, anche se possiamo includerla per svariate ragioni, che non starò qui a raccontare, dato il contesto. A tal proposito però vi propongo un quesito molto semplice: “Quali giovani metal bands potranno un giorno ambire ad avere lo status di big?”

Credo che sia giunto il momento di recensire “Human Crime”, primo Ep dei Fallout H.R., provenienti da Chieti/Sannicandro, buon concentrato di hardcore thrash sulla scia dei Nuclear Assault. Quello che colpisce è la buona tecnica dei tre membri e la conoscenza di un genere che è stato ampiamente sviscerato negli anni 80. I Nostri però non offrono molto di più, perché sebbene questo sia un Ep, i tre chietini hanno registrato solo quattro brani, di cui uno strumentale che dura neanche due minuti. Lo stile è rivolto all’hardcore thrash, ma rivisto in chiave più moderna grazie al missaggio, anche se manca la furia che lo caratterizzava; non ci sono quindi brevi brani come vorrebbe il genere. La produzione si attesta su un livello medio, peccando nella registrazione della batteria, non sempre chiarissima e da suoni non perfettamente puliti. Inoltre le vocals così urlate sono appannaggio più di gruppi puramente punk hardcore che di hardcore thrash e alla lunga la ripetitività e la monotonia prende il largo.  

Nota positiva invece è il packaging, con una banda adesiva gialla, che ricorda molto quella usata dalla polizia americana quando ci si trova dinanzi ad una scena di crimine umano (“Human Crime”). Non si può dire lo stesso per la copertina.

La strumentale “Human Crime” è giocata tutta su un giro di basso che ci accompagna per tutta la traccia. Si apre con un suono di sirena che va lentamente scemando mentre cresce lo strumento. I primissimi secondi di “Untill The Fallout” riprendono (plagio?) “War Is My Sheppard” degli Exodus. A metà canzone c’è un momento più tranquillo in cui entra una voce robotica, che ci porta a un finale roboante dove spicca l’assolo potente; forse la traccia migliore di questo Ep. “Red Forest” è giocato tutto sullle due vocals che si alternano nel ritornello. Solito assolo ben calibrato e preciso. “Silent Deception” ha un basso incisivo che si muove su una melodia che spicca rispetto alle chitarre; solite vocals monotone! “Soltude” è la cover dei Candlemass rivista in chiave hardcore. Leggendo quindi il testo dei Fallout H.R. si nota che la prima strofa è utilizzata anche come ultima, cosa che non accade in quella dei Candlemass. Inoltre nell’originale non sono presenti ritornelli con note sparate a 100 km/h, ovviamente.

Gli Human Crime gridano a voce alta di essere a conoscenza della storia del metal: Nuclear Assault, Exodus e Candlemass vengono ripresi e rivisti. Questo però è un compitino, perché c’è molto da lavorare, soprattutto tra i due cantanti, che tendono a ripetere sempre lo stesso schema e la stessa melodia vocale nei ritornelli. Quello che manca in fin dei conti è più personalità e maturità nel processo di creazione delle canzoni, così da poter uscire dall’anonimato. Non tutto quindi è da cestinare, infatti questo Ep si ascolta gradevolmente.

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