Recensione: Human Nature

Di Mauro Gelsomini - 1 Ottobre 2007 - 0:00
Human Nature
Band: Ivory Moon
Etichetta:
Genere:
Anno: 2007
Nazione:
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85

Ritornano con il loro secondo full length i nostrani Ivory Moon, e dal primo ascolto si capisce che “Human Nature” ha tutto un altro lustro rispetto al precedente On The Edge Of Time. Registrato e coprodotto da Christian Ice nei Temple Of Noise studio sotto label Ulterium Records/Metal Heaven, il combo romano rompe con il passato anche grazie all’ingresso di Sandro Manicone alla voce.

L’opener “Crimson Horizon” ci porta, anche grazie alla brillante produzione, in un metal sinfonico dalle tinte power-prog con l’ottimo intreccio vocale di Cecilia Serra.
Il disco è permeato di venature differenti restando però fedele ad un sound molto compatto e ricco parti orchestrali. Ed è qui il punto di forza dell’opera, il giusto equilibrio tra linee orchestrali e sezioni ritmiche spesso serrate, ma mai ripetitive.
Il cambio di registro rispetto a “On The Edge Of Time” non è solo dato dalla ottima produzione ma anche da un songwriting più maturo che rende le composizioni molto più organiche, mai banali anche nel contesto affollato del metal sinfonico.
Si prosegue con “In The Deep Forest”, mid-tempo dall’intro delicata piano-voce; pezzo convincente per l’intreccio vocale/strumentale che evoca atmosfere malinconiche e con “Wasted Time” (singolo scaricabile sul myspace della band) rocciosa e delicata nel mezzo e dal ritornello molto catchy.

Tematiche politiche sulla pericolosità del controllo dei mass media accompagnano la più classic heavy “Clown In The Mirror”, in cui il combo si diletta anche con parti thrash.
Il disco non manca di parti strumentali, come in “The Journey” o nella suite “Reign Of Time”, pezzi più prog oriented in cui la classica struttura strofa/ritornello non è certo di casa; struttura invece più presente nella struggente ballad a tinta epica “Second King”.
“Human Nature” affronta varie tematiche sempre incentrate sulla figura dell’uomo, non siamo certamente di fronte ad un concept, ma c’è una linea che accomuna tutti i brani.
Nota particolare per “Golgotha” suite di quasi 8 minuti, molto varia e a tratti vicina al musical in cui partecipano sei differenti cantanti, e che narra la storia dall’ultima cena alla crocifissione di Cristo.
“Phantom Ship”, è un pezzo di metal classico dalle atmosfere oscure, che racconta la storia dell’olandese volante, condannato perché voleva affermare la natura umana su quella divina.
“Overflow” è un brano di impatto che abbandona per un attimo le atmosfere prog-sinfoniche per calarsi nella quotidianità del rapporto uomo-donna, con una forte impronta tastieristica che crea un sound serrato e tormentato.
Preferirei non fare i soliti accostamenti, tipici in contesti del genere, gli Ivory Moon presentano un sound proprio, certo non è l’originalità che colpisce nel disco, ma la freschezza dei brani e la loro validità, un mix davvero convincente tra prog, power, grandi orchestrazioni ed elementi goth.

In conclusione “Human Nature” è davvero una grande sorpresa,un grande punto da cui partire per il futuro!

Tracklist:

1. Crimson horizon
2. In the deep forest
3. Wasted time
4. Reign of time
5. Clown in the mirror
6. Golgotha
7. The second king

8. Through different eyes
9. Phantom ship
10. Overflow
11. The journey

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