Recensione: Human Nature

Di Francesco Maraglino - 23 Ottobre 2016 - 13:21
Human Nature
Band: Hardline
Etichetta:
Genere: Hard Rock 
Anno: 2016
Nazione:
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81

I veri conoscitori dell’hard rock melodico mantengono un posto speciale, nel proprio fiammeggiante cuore di rockers duri ma romantici, per il primo, imperdibile lavoro degli Hardline, Double Eclipse, uscito nell’anno domini 1992. In quel lavoro, i celebri Neal Schon e Deen Castronovo s’affiancavano al frontman Johnny Gioeli.
Chiusa la partnership con i due musicisti di area Journey/Bad English, il monicker Hardline è apparso, comunque, periodicamente nel mercato discografico, pervicacemente portato avanti da Gioeli sia sulle assi dei palchi sia attraverso un pugno di pregevoli CD.
Tra questi, un posto di rilievo nella storia nel MHR contemporaneo, spetta, a nostro avviso, a Danger Zone del 2012, nel quale il brand Hardline coinvolgeva una line-up in maggioranza tricolore, grazie alla presenza di Alessandro del Vecchio alle tastiere, Anna Portalupi al basso e Francesco Jovino alla batteria.
Squadra che vince non si cambia, si suol dire, e dunque tre anni dopo gli Hardline “italo-americani” tornano in pista con la stessa formazione. O quasi. Perché in “Human Nature” torna alla sei-corde pure Josh Ramos (The Storm), già ascoltato, in passato, tra le file della band.
Il risultato della reazione chimica generata dall’unione di questi cinque talenti è un album ancora una volta tra i pià interessati di questo 2016 in ambito AOR/melodic rock, caratterizzato da un taglio più metal del solito, ma con un gusto per la melodia che resta sopraffino e dominante.

Tra i brani più trascinanti ed esemplari in tal senso (e strategicamente collocato in apertura), ecco Where Will We Go From Here, dai  riff grintosi di chitarra e tastiera e dal  tiro implacabile condotto dall’accoppiata basso & batteria.  La voce è grintosa, il chorus orecchiabile, e gli orpelli di tastiere aggiungono un tocco di classe. Sulla stessa scia arriva subito dopo, Nobody’s Fool, dall’incedere spavaldo, in cui tra i lick energici d’ascia e i giri disegnati dai tasti d’avorio si scorgono echi di Whitesnake.
Pure Fighting The Battle, aperta da un’intro solenne di tastiere, spara aggressive bordate della sei-corde, dando il benvenuto all’implacabile sezione ritmica, ma lo svolgimento è più che altro melodico. Sulla stessa falsariga si muove In The Dead Of The Night, canzone  melodic rock con incipit e intermezzi irruenti.
Se il piglio hard tende a prevalere, i brani più melodici conquistano fieramente il proprio spazio, Take You Home, tanto per dire, è uno slow mirabilmente condotto da un piano delicato e misurato che fa da sfondo al canto che spazia da sussurri a deflagrazioni vocali.
Human Nature, ancora, è una power-ballad impeccabile ed appassionata, con Gioeli e Ramos in stato di grazia. United We Stand, infine, è una pregevole semiballata dal ritornello arioso e ricco di grandiosità.
Detto che tutto Human Nature si mantiene su ottimi livelli qualitativi, con altre trascinanti e lineari perle di rock ottantiano, ci piace citare ancora Trapped In Muddy Waters, magmatico lento (quasi) hard – blues di ottima scuola, e Where The North Wind Blows, in cui le tastiere sono ancora protagoniste con classe, che si manifesta come un brano raffinato ed epico vagamente debitore della lezione di Magnum e Dare.

Human Nature, dunque, è un album in cui gli Hardline svelano, ancora una volta, maestria e gusto melodico vivissimo, sebbene l’asticella dell’energia sia, come si diceva in apertura, alzata verso suoni più heavy del solito.
Gioeli, infatti, è in eccellente forma, Josh Ramos ha classe da vendere sia quando trafigge la materia sonora con poche ficcanti note, sia quando si stende in assoli limpidi e melodici, Alessandro Del Vecchio esercita in maniera brillante, con gusto, estro e misura non solo il proprio ruolo di keyboard wizard, ma anche quello di mastermind produttivo, mentre Anna Portalupi e Francesco Jovino macinano ritmi senza tregua.
L’album, dunque, è da non perdere per gli appassionati di questo genere musicale, e l’augurio è anche quello di poter ascoltare presto anche dal vivo questa line-up così piena di stile e potenza.

Francesco Maraglino

 

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