Recensione: Human Primordial Instinct

Di Mario Munaretto - 9 Gennaio 2005 - 0:00
Human Primordial Instinct
Band: Disguise
Etichetta:
Genere:
Anno: 2004
Nazione:
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82

Dopo il demo Impetus Mali/Mors Fidei uscito nel 2001, ecco il debut album autoprodotto dei pugliesi Disguise dal titolo Human Primordial Instinct. La black metal band si forma nell’estate del 1998 a Barletta e vede la line-up attualmente formata da Vastator Mentis alla voce, Dei Nuntius Mortis alla chitarra, Carnifex alla tastiera, Vexator al basso e Aiwass alla batteria. Il lavoro è molto curato in tutti i suoi particolari, e spicca subito per la qualità grafica dell’ artwork e del booklet. Notevole è il livello di produzione di questa release, registrata presso gli Half Moon Studios di Bari, grazie alla resa sonora, pulita e potente, e perfettamente bilanciata.

L’album è composto da sette pezzi divisi in tre fasi o movimenti che nell’insieme vanno a formare il concept che si trova alla base delle liriche di Human Primordial Instict, concept sul quale vorrei soffermarmi per un momento. Attraverso la prima parte dell’album Mens Oscurata Dole, i Disguise sottolineano come l’umanità sia costretta seguire passivamente una serie di leggi morali e etiche fasulle, conseguenza per la quale l’uomo è obbligato ad agire per inerzia. La seconda parte, Nostra Humana Resurrectio, indica il modo con cui l’uomo può affrancarsi da questa sua situazione, eliminando secoli di condizionamenti e costrizioni morali, ridiventando artefice del proprio destino e recuperando l’istinto primordiale dell’uomo. Nell’ultima parte, Il Resto è Conseguenza, il gruppo vuole lasciare il libero arbitrio delle proprie scelte all’uomo stesso, citando la settima proposizione  dell’opera “L’Anticristo – Maledizione del Cristianesimo” del filosofo tedesco Nietzsche.

Musicalmente i Disguise si muovono sulle coordinate di un black metal aggressivo e diretto, screziato da venature death che risaltano, particolarmente e più di una volta, nei passaggi di chitarra. Da segnalare anche come l’utilizzo dei synth non sia fine solo ad un mero contorno sinfonico, al contrario, le tastiere contribuiscono attivamente al compatto muro sonoro prodotto dalle chitarre, e sono complici insieme all’impianto ritmico, nel creare quella pienezza e quel volume del suono positivamente evidenziati in sede di registrazione. Bisogna comunque aggiungere che la band può contare anche su cinque musicisti ben preparati, affiatati e rodati da diversi e impegnativi live act. Infectious Disease è il biglietto da visita dei Disguise, dove è davvero notevole la prova vocale di Vastator Mentis, a suo agio sia sullo screaming che su registri più simili al growl tipico del death. Excited by Slavery rinnova l’attacco portato nel brano precedente, mentre Void Existence è un piccolo perla nera. E’ un brano complesso e non immediato, con i suoi cambi tempo, stacchi e sfuriate, ma presenta degli arrangiamenti curatissimi sia per quanto riguarda i riffs di chitarra che per le partizioni di tastiera. Scared of Leaving Deceit spazza via tutto con un inizio tiratissimo, praticamente da apnea, fino all’entrata in scena del synth che spezza il ritmo nella struttura del pezzo e conduce con la chitarra un parossistico duello sonoro, una mortale e vorticosa danza in cui baluginano taglienti lame costruite da note, accordi, accenni di assoli. Reborn in a New Skin è metallo nero compatto, veloce, senza sbavature. Sul finire della canzone una parte del cantato è in italiano. L’omonima title track sprigiona tutta la potenza esibita dai Disguise nel corso del platter, il tutto viene reso ancor più evidente con degli arrangiamenti di tastiera, che creando un’aura sognante e quasi eterea, contrastano con la violenza della canzone, senza però far perdere la stessa di aggressività e cattiveria. Conclude Human Primordial Instinct, la strumentale, cacofonica e claustrofobica, Il Resto è Conseguenza.

Concept originale, grande maturità nel songwriting, sia da un punto di vista lirico che musicale, un buon livello di produzione, un artwork che non lascia nulla al caso, l’ottima preparazione tecnica di tutti e cinque componenti del gruppo, cosa manca ai Disguise e al loro debut? A mio modesto parere nulla, quindi fatevi sotto e supportate il metallo nero italiano!

Tracklist:

I – Mens Oscurata Dole

01. Infectious Disease
02. Excited by Slavery
03. Void Existence

II  – Nostra Humana Ressurectio

04. Scared of Leaving Deceit 
05. Reborn in a New Skin
06. Human Primordial Instinct

III – Settima Proposizione

07. Il Resto è Conseguenza

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