Recensione: Hybris

Di Andrea Bacigalupo - 24 Ottobre 2018 - 8:30
Hybris
Band: Overruled
Etichetta:
Genere: Thrash 
Anno: 2018
Nazione:
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78

Gli Overruled nascono in Olanda nel 2012 con il proposito di suonare un Thrash brillante ed energico, diretto e senza fronzoli.

Lo dimostrano l’anno successivo dando alle stampe l’EP ‘Overruled’, duro e violento quanto basta per farlo rientrare nella categoria ricercata.

Dopo circa cinque anni, i quattro ragazzi dei Paesi Bassi, entrano a far parte della scuderia della nostrana Punishment 18 Records che, riconoscendo il loro talento, produce il primo album, dal titolo ‘Hybris’, acquistabile dal 27 ottobre 2018.

Con il nuovo lavoro, che può dirsi il vero debutto discografico, il combo, pur sostituendo la sezione ritmica di basso e batteria, percorre la stessa strada intrapresa all’inizio della carriera, escludendo però, dal proprio sound, le sonorità Hardcore presenti nell’EP del 2013 per dare maggiorare evidenza allo spirito Metal che scorre nello loro vene.

Il miglioramento è netto: il platter presenta una carica aggressiva continua e diretta senza diventare mai troppo feroce ed estrema, esprimendo una buona ricerca delle melodie ed un songwriting vario e dinamico.

Punto di forza è la voce di Remco Smit, chiara e potente che non necessita di sparare urla, latrati o ringhi per nascondere i propri limiti, la sua è quella di un vero cantante Thrash che sa come comunicare la propria rabbia.

Molta importanza viene data agli assoli, di pregevole tessitura, esplosivi o melodici, presenti in ogni traccia (a volte anche più di uno) come protagonisti e non semplicemente per spezzarla.

La parte ritmica è potente, non cupa ma sfolgorante, tirata senza eccedere, con una buona fusione dei singoli strumenti in un unico ariete che abbatte qualsiasi muro si trovi davanti.

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Hybris’ è un album di vero Heavy-Thrash, moderno ma derivante direttamente dalle produzioni anni ’80, in particolare quelle provenienti da oltre oceano; è diretto ed incisivo, senza fronzoli od orpelli o tentativi di sperimentazioni. In poche parole è vera e propria energia, liberata con forza esplosiva.    

E’ composto da nove tracce, della durata complessiva di circa quaranta minuti.   

La partenza è deflagrante: ‘Pawns of War’ è veloce ed arrabbiata, con un refrain la cui intensità è maggiorata dal chorus. Un inizio che mette le cose in chiaro.

Segue ‘Burning Bridges’, anch’essa veloce, furente e determinata, è un’unica tirata senza sosta con un assolo incisivo e strofe che pestano. Peccato che il finale sfuma (il fans che è in me promulgherebbe una legge per vietare di far sfumare la canzoni metal, in quanto finali che non possono essere eseguiti allo stesso modo sui palchi) ma pazienza, è un dettaglio che non incide sulla qualità del pezzo.

Arriviamo alla canzone che da il titolo all’album: ‘Hybris’, introdotta da una batteria incalzante, è un ottimo pezzo veloce ed emozionante allo stesso tempo, coinvolgente e dinamico, con una sezione improvvisa che porta ad una calma apparente dove è il basso a dominare; segue poi un riff potente che accelera per condurre ad un assolo prima melodico e poi arrabbiato. Anche qui il finale sfuma; a questo punto aumenta la curiosità per sapere come sarà la conclusione di questo incredibile pezzo in sede live.       

La traccia successiva è ‘She-Devil’, un’altra tirata diretta con un gran lavoro di doppia cassa ed un assolo veloce, è di un’energia sfavillante.

Evidenzia il passaggio dalla prima alla seconda metà dell’album il breve brano ‘Purgatory’: delle chitarre acustiche che accompagnano una narrazione.

Poi si riparte con ‘Follow His Order’, anch’essa pestata, ha la particolarità di far respirare, nella sezione intermedia, la stessa aria che c’era ai tempi della NWOBHM con un momento di Twin Guitar alla ‘vecchia maniera’ che fa rivivere più di un ricordo. Un buon collegamento con la storia del Metal.

Lust for Power’ è l’ennesima tirata senza mezzi termini, con una bella sequenza strofa – assolo – strofa, così come molto accattivante e ‘Run for Your Life’, già presente nel primo EP.

Chiude ‘Losing Sanity’, che non si discosta dal resto dell’album.                  

Tirando le somme, ci troviamo di fronte all’ennesimo centro della Punishment 18. Si spera che gli Overruled proseguano lungo la loro strada perché sono gruppi come questi che innalzano la qualità non solo del Thrash ma dell’Heavy Metal in generale. Grandi ragazzi!!!

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