Recensione: I Will Be There

Di francesco noli - 2 Novembre 2004 - 0:00
I Will Be There
Band: GogmaGog
Etichetta:
Genere:
Anno: 1985
Nazione:
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75

Ecco qua un dischetto da rivalutare,soprattutto per tutti coloro appassionati di heavy metal inglese anni 80 con sonorità tendenti più all’hard rock che all’heavy metal. Come già accennato in sede d’intervista con il mitico Paul Dianno questo platter al tempo fece scalpore (era il 1985 in piena esplosione n.w.o.b.h.m.) in quanto i musicisti coinvolti nel progetto erano e sono tutt’ora di grande spessore.Il progetto GogmaGog nacque dall’allora menager Jonathan King il quale si occupò di scrivere tutti i testi delle canzoni ( 3 perchè di un 12 pollici stiamo parlando) insieme al famoso producer Russ Ballard. All’inizio il supergruppo doveva comprendere nientepopòdimenoche il bassista degli WHO John Entwtistle che declinò l’invito perchè a quel tempo in tournèè con gli stessi WHO ed il ricercatissimo batterista Cozy Powell il quale per problemi di salute non dette il suo consenso all’operazione. Fu cosi che la band si formò intorno alle figure degli affermatissimi Clive Burr (eper IRON MAIDEN) alla batteria, alla coppia di asce Janick Gers (eper WHITE SPIRIT e poi in seguito con IAN GILLAN e IRON MAIDEN) e Pete Willis (eper DEF LEPPARD).Completano la formazione il carismatico Paul Dianno alla voce ed il sontuoso bassista Neil Murray (eper BLACK SABBATH e WHITESNAKE).
Ciò che ne scaturisce da questa unione sono 3 pezzi molto accattivanti e melodici, più tendenti all’hard ma non per questo meno validi. Si apre con “I Will Be There” che grazie alla voce personale di un Dianno in forma riesce a colpire immediatamente l’ascoltatore,con un ritornello catchy e di facile presa, suggellato dai legati melodici dei due chitarristi sempre coadiuvati da una sezione ritmica varia e discreta. Il secondo pezzo “Living in a Fucking Time World” è piu accattivante col suo 4/4 melodico ma incisivo, dove Clive Burr sciorina tutto il suo estro fantasioso inframezzando il tempo con triplati di cassa; bella la linea rocciosa di sottofondo del basso, sulla quale si articola la canzone.
Girando lato troviamo la conclusiva “It’s Illegal,It’s Immoral,It’s Unhealthy but it’s Fun”, sempre incentrata su un hard rock di facile presa e orecchiabile dove spicca sempre la fantasia di Clive e la voce di un redivivo Paul Dianno. Canzone da party rock’n’roll come si evince anche dal titolo,gioiosa anche se un tantino “leggera” per coloro che amano sonorità più dure.Un disco appetibile e curioso soprattutto per i molti colezionisti data la non facile reperibilità del prodotto mai ristampato.
Purtroppo il gruppo si sciolse poco dopo la pubblicazione del disco e questo lascia un po l’amaro in bocca,perchè sarebbe stato curioso ed affascinante aver sentito cosa avrebbero potuto tirare fuori questi musicisti con pezzi scritti di loro pugno ma tant’è;le cose sono andate cosi e questa rimane l’unica testimonianza di un gruppo meteora dalle indiscutibili grandi capacità esecutive.
Francesco Noli

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