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Di Mauro Gelsomini - 17 Giugno 2005 - 0:00
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Anno: 2005
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I due “reduci” degli Asia di nuovo insieme per un progetto che vorrebbe seguire quelle orme (non a caso uscirà sotto il monicker Wetton/Downes l’EP “Heat Of The Moment”, remake della titletrack del primo Asia) sull’onda del successo ottenuto dall’ultimo Silent Nation. Due miti, Wetton e Downes, il primo ugola e basso dei leggendari King Crimson, oltre che negli UK e nei Wishbone Ash, il secondo leader di sempre di Asia, ma famoso soprattutto per “Video Killed The Radio Star” con i Buggles, oltre che una recente apparizione negli Yes.
Due strade che erano destinate a ricongiungersi.

Il ricongiungimento, da molti agognato, ebbe luogo già nel 2003, quando John contribuì alla composizione e all’esecuzione dei brani del lavoro solista di Geoffrey, Rock Of Faith, ma è con questo platter all’insegna dell’easy-listening che i due si presentano come coppia ritrovata.
Le perplessità risiedono tutte nella mancanza di rinnovo, sia rispetto ai classici Asia ottantiani, sia rispetto ai nuovi Asia, non fosse altro per la decisa inflessione soft e dannatamente ruffiana delle nuove composizioni. Spogliate quasi totalmente da dinamismi ed elettrificazioni, le song sono tutte incentrate sul pianoforte di Downes, qualche riff acustico di chitarra suonato da John Mitchell (Arena, Kino) e la voce suadente di Wetton, mai fuori dalle righe, e ancora più ammorbidita dagli arrangiamenti orchestrali di Ian McDonald (Foreigner e King Crimson, al flauto) e Hugh mcDowell (ELO, al violoncello), mentre è relegato a dettare tempi al massimo da mid-tempo (nella opener “Let Me Go”) il batterista dei Jadis, Steve Christey.
Non discuto certo sulle qualità del songwriting, che denota il gusto aor raffinatissimo dei due leader, ma mi sembra che si sia voluto spingere un po’ troppo su di un FM-rock – che del rock assume veramente i connotati essenziali – per tutti, melenso all’inverosimile e dalle liriche a dir poco sconcertanti quanto a banalità. La sensazione è confermata anche dalle melodie vocali che non escono mai dal seminato, oltre ad avere un sound portante che sì, le amalgama, ma le rende ipnotiche, nel senso negativo del termine, facendo dimenticare quanto di buono si intravedeva nella succitata “Let Me Go”, dejavu di quei cori memorabili e degli hook travolgenti che avevano fatto grandi gli Asia dell’esordio omonimo.

Chi di voi fosse alla ricerca di un melodic rock d’assalto, stia lontano da questo disco, più adatto a ninna nanna (di classe, sia chiaro) che a colonna sonora di un’estate hard rock, come forse lo si vorrebbe far passare.

Tracklist:

  1. Let Me Go
  2. God Walks With Us
  3. I Stand Alone
  4. Meet Me At Midnight
  5. Hey Josephine
  6. Far Away
  7. Please Change Your Mind
  8. Sleep Angel
  9. Spread Your Wings
  10. In The End

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