Recensione: Il Ritorno di una Civiltà Arcaica

Di Alessandro Calvi - 14 Febbraio 2005 - 0:00
Il Ritorno di una Civiltà Arcaica
Band: Hesperia
Etichetta:
Genere:
Anno: 2004
Nazione:
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65

Gli Italiani sono sempre stati un popolo in cui genialità e follia spesso andavano a braccetto, gli italiani che son passati alla storia per una o l’altra, o anche entrambe, di queste caratteristiche son così tanti che non si contano neanche. Non dovrebbe quindi stupire che qualcuno con la giusta dose di follia, genio, estro e originalità prima o poi giungesse a cimentarsi anche con il black-metal. È il caso di questo, decisamente atipico, cd che mi è giunto tra le mani, prodotto naturalmente da “Il Male Production”, etichetta a capo della quale troviamo un altro pazzoide blackeggiante come il Porz.

Le coordinate da cui prende vita questo “Il Ritorno di una Civiltà Arcaica”, sono una specie di complicatissimo concept di origine storica che ora cercheremo di andare a spiegare.
Tralasciando come questo cd si pone all’interno della complessa produzione di Hesperia, si tratta di una sorta di “sunto di tutta la storia e mitologia Hesperiana”, come si afferma nello stesso booklet, al punto che la stessa definizione del genere proposto, cioè “Hesperian Metal” viene poco dopo esplicitata in questo modo:

“Hesperiano” sta per “Arcaico Italico” e rappresenta tutto ciò che storicamente e mitologicamente ha formato l’insieme di elementi che individuano l’identità culturale italica.

“Metallo” rappresenta l’elemento dell’era musicale contemporanea che si è dimostrato più adatto ad entrare in simbiosi con elementi musicali e lirici più legati alla “storicità”.

Con un simile concept alla base della realizzazione di questo cd, è quindi quasi ovvio che i testi siano cantati prevalentemente in italiano. Una scelta che sinceramente ho spesso apprezzato e appoggiato in molti gruppi della penisola, anche se mi rendo conto che in molti casi questa scelta si è rivelata penalizzante al momento di trovare una etichetta interessata a distribuirli.
Dal punto di vista musicale siamo nel campo del black metal delle origini, con chitarre dalla distorsione estrema, batteria perennemente in doppia cassa e una voce a volte filtrata che sembra provenire direttamente da qualche grotta sui monti sibillini, giusto per rimanere in tema. A queste vere e proprie aggressioni a base di black grezzissimo, troviamo anche passaggi arpeggiati di chitarra acustica e ampi squarci d’atmosfera, questi ultimi quasi interamente realizzati con registrazioni originali eseguite nottetempo sui monti sibillini.
A un orecchio attento in effetti bisogna ammettere che il song-writing delle composizioni di Hesperia non risulta mai banale, tutt’altro, si tratta di canzoni che si aggirano mediamente sui dieci minuti con l’esempio estremo della quinta traccia “La Civiltà di Hesperia” della durata di quasi quindici minuti. È quindi evidente che ci troviamo di fronte a uno sforzo compositivo per non annoiare l’ascoltatore non indifferente dato che ciò che l’autore si proponeva è stato raggiunto appieno.
Purtroppo però poco fa parlavo proprio di un “orecchio attento”, ecco, forse sono stato un pochino riduttivo perchè la produzione di questo “Il Ritorno di una Civiltà Arcaica”, benchè sia convinto che sia stato realizzato esattamente come si voleva, è praticamente inascoltabile. Solo le peggiori produzioni black norvegesi dei primi anni ’90 posso competere con questo album in quanto a suoni impastati e rovinati. Le chitarre sono spesso un solo e unico brusio, mentre la batteria ha un suono così finto che sembra che qualcuno stesse picchiando su delle scatole di plastica, infine la voce è spesso così soffocata dagli altri strumenti e dal rumore di fondo da scomparire quasi completamente. È solo con un grande sforzo che si riesce quindi a percepire effettivamente tutto quello che di buono è stato realizzato sotto allo schermo nero della produzione.

Per concludere si tratta di un disco con tantissime luci e ombre, in cui spesso e volentieri le prime sono ampiamente coperte dalle seconde e ci vuole una certa dedizione per riuscire a scovarle. Il che è un gran peccato perchè si tratterebbe altrimenti di un album che potrebbe aspirare a ben altre vette. Consigliato a tutti i cultori del black primigeneo.

Tracklist:
01 Introduzione allo Spirito Hesperiano: Il Cancello Temporale sotto la Rocca sui Monti Sibillini
02 Il Ritorno di una Civiltà Arcaica
03 The Archetypal Tyrant of Hesperia
04 De Bello Hesperio: Narrazioni di Battaglie per il Dominio di Hesperia
05 La Civiltà di Hesperia: Cicli di Vita Stagionali Hesperiani nei Reami del Sole e della Luna
06 Estroduzione allo Spirito Hesperiano: Il Mio Viaggio attraverso i Secoli… verso la Seconda Era

Alex “Engash-Krul” Calvi

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