Recensione: Illusive Golden Age

Di Alessandro Marrone - 15 Giugno 2018 - 9:00
Illusive Golden Age
Band: Augury
Etichetta:
Genere: Death 
Anno: 2018
Nazione:
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75

Ci sono volute 9 lunghi anni, ma i canadesi Augury sono finalmente tornati in studio ed hanno registrato quello che rappresenta il loro terzo sforzo discografico. Illusive Golden Age è il flusso catalizzatore di un processo compositivo che non ha richiesto soltanto tempo, ma dedizione, ispirazione e quella dose di violenza musicale che caratterizza il sound di una band in grado di sfasciarvi i timpani nel modo più sonoricamente gustoso che possa esistere. Il tutto avviene lungo l’intero disco, un assalto che va preso sul serio ma che non scende a sterili autocelebrazioni per l’alto livello tecnico del combo di Montreal, anzi succede che farete attenzione alla cura adoperata per la scrittura dei testi, quanto alla furia cieca di una sezione ritmica in sintonia perfetta. Tutt’attorno un alone di vorticosi riffing in grado di trascinarci lungo assoli veloci come un treno che precipita dal burrone delle nostre convinzioni, o la voce di Patrick Loisel, che per non restare indietro rispetto ai prodi compagni, alterna anche growl e scream, conducendo la macchina infernale degli Augury dall’inizio alla fine del disco con fierezza, precisione ed una marea di idee e scelte atipiche che appagheranno anche i meno avvezzi a questo genere così estremo.

É la title-track Illusive Golden Age che ha il compito di prenderci per mano e gettarci giù nell’abisso. Il solo di chitarra e la sezione ritmica mettono in chiaro già in apertura le cose e capiamo subito che non vogliamo scendere da queste folli montagne russe, dobbiamo solo tenerci forte. Segue The Living Vault che da un chiaro esempio delle abilità di Lapointe e di quanto sappia far letteralmente parlare il suo basso. Le ripartenze sono dure come muri ed il brano alterna e mette in mostra una grande varietà di idee e la ottima capacità di fonderle l’una con l’altra. Carrion Tide parte subito veloce ed accelera ancora di più. La band da veramente il meglio di sé in quello che rappresenta un highlight globale, con numerosi cambi di ritmiche, una linea vocale più melodica ed un solo di chitarra da pelle d’oca. Mater Dolorosa non conosce mezze misure e riporta sui binari della violenza l’ascoltatore e ciò che rimane del suo apparato uditivo, massacrato ma maledettamente felice di sanguinare. E Maritime? Per me è la rappresentazione musicale di un turbine sonoro. Non pensate – nemmeno per un secondo – che la strumentale Message Sonore funga da intermezzo, perché offre un tripudio di spunti che vanno a sconfinare nel progressive “più tradizionale” e portano tutto ad un livello di violenza che si conviene ad uno dei migliori brani dell’intero album. Parallel Biospheres sembra scendere a patti con il fatto che ci stiamo avvicinando verso l’epilogo: è più ragionata, riflessiva ed oscura. A chiudere il disco troviamo gli 8 minuti di Anchorite, con le sue sfumature e variazioni, sempre fedeli al mood principale e sempre con quell’alone di oscura cupidigia che ha iniziato a pervaderci 44 minuti fa.

Il fatto che il disco sia terminato significa soltanto una cosa – bisogna ripartire da zero e godersi un’altra dose di Augury. Per tutta la durata dell’album, il continuo mutamento di ritmiche e la perfetta esecuzione ci ha cullati in un viaggio oscuro, esoterico e molto, molto violento. Dalle sfuriate di doppia cassa alle migliaia di note pizzicate sul basso di Dominic Lapointe, Illusive Golden Age è come un blocco di cemento in pieno volto. Quel dolore sordo viene assorbito realmente soltanto mentre i timpani cominciano a sanguinare, perché avrete chiesto più volume, più brutalità e indovinate un po’ – gli Augury sanno come accontentarvi, sanno precisamente cosa serviva per creare un album che si distaccasse dalla marea di (ottime) proposte analoghe e ritagliarsi uno spazio tutto per sé. E ne vorrete ancora, un po’ per scoprire quei dettagli che ad un primo ascolto sono scivolati via senza farsi notare a dovere, un po’ perché quando violenza ed una tale capacità compositiva sanno fondersi, danno vita ad una pietra nera che trasuda ossessione. Un monolite di rara bellezza.

 

Brani chiave: Illusive Golden Age – Carrion Tide – Message Sonore

 

 

 

Augury current line up photo

 

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