Recensione: Immortal Stories

Di LeatherKnight - 30 Luglio 2002 - 0:00
Immortal Stories
Band: Elwing
Etichetta:
Genere:
Anno: 2002
Nazione:
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67

Sappiamo tutti, miei cari compagni di letture, che Elwing è un personaggio del Silmarilion, ma da qualche tempo esso è divenuto anche il nome di un buon gruppo ellenico di Power Metal, salito alla ribalta in primo luogo per esser stata la prima band attiva al 100% in casa Cult Metal Classics (label greca votata quasi esclusivamente alla ristampa di rarità del passato in cd e vinile).

Non è bello citare luoghi comuni, ma Power Metal + J.R.R. Tolkien in genere fa venire un nome in mente..eh, già, i bardi tedeschi! Infatti è proprio a loro che questi quattro ragazzi di Kavala (nel nord della penisola greca) si ispirano per le loro composizioni.
Se per quanto riguarda i testi i nostri amici affrontano -senza lode nè infamia- tematiche per lo più epico-cavalleresche (nulla di sdolcinato o infantile), sul piano musicale Sakis Koutsakis (voce/chitarra), Panagiotis Roumeliotis (chitarra), Lois Liotakis (basso) e Alex Mantirakis (drums) riprendono le sonorità dei Blind Guardian prima maniera, intessendo sottili ragnatele di melodie celticheggianti e vagamente teatrali.

Ad onor del vero, è da escludere categoricamente che questo disco (registrato tre mesi dopo la formazione della band!!) sia una copia spudorata di quanto già fatto dai Blind Guardian. Tra i due gruppi ci sono differenze (non solo per quanto riguarda la classe), poi -indubbiamente- si sente benissimo che gli Elwing sono greci e i BG tedeschi (ohì, sveglia! Non c’è nessuna discriminazione in questa frase; si intende solo il diverso modo di approcciarsi alla strutturazione dei brani e, soprattutto, al senso melodico!). “Immortal Stories” è un disco molto compatto, dove ogni episodio respira più o meno le stesse atmosfere, dove la continuità di soluzioni tecniche ed idee viaggia parallelamente sugli stessi binari, senza mai sorprendere più di tanto.

Passaggio veramente di nota è “Doom Crimson Shore” (per l’espressività compositiva) ed anche “Altered Beast” (il brano più personale dell’intera tracklist). Da notare che “Holy Sword” altro non è che la riduzione di “Excalibur” (lasciata in versione demo, della durata di oltre 9 minuti!).

Insomma, un bel disco che si fa amare e che non annoia..ma che, sinceramente, perde qualche punto vista la mancanza pressoché totale di canzoni veramente speciali e fantasia a livello compositivo. Acquisto consigliato solo a chi stravede sinceramente per il mondo del Guardiano Cieco.

Leopoldo “LeatherKnight” Puzielli

1) Immortal Stories (intro)
2) Holy Sword
3) Illusions
4) Doom Crimson Shore
5) Thor
6) Call of the Brave
7) Something to Believe in
8) The Order of Steel
9) Excalibur (demo version)
10) Altered Beast
11) Heroes Cry (outro)

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