Recensione: In Narcosis

Di Michele Carli - 15 Dicembre 2009 - 0:00
In Narcosis
Band: Maruta
Etichetta:
Genere:
Anno: 2008
Nazione:
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64

Accolti a braccia aperte da pubblico e critica come i nuovi Pig Destroyer, i Maruta sono un gruppo della scuderia Willowtip arrivato all’importante traguardo del primo full length. Come con ogni nuova proposta nel panorama musicale, la domanda che ci si pone è: ce la faranno a uscire dalla massa?

Il tipo di grind proposto dal gruppo è diretto discendente di quello, come già detto, suonato dai Pig Destroyer: niente basso, composizioni più complesse rispetto ai canoni del genere e un deciso sbilanciamento del suono verso il deathcore; il tutto sovrastato da una voce che varia da un growl non molto gutturale, simile, per intenderci, al glorioso Steve Heritage degli Assück, a un più frequente e canonico screaming. Un suono moderno, fuori dal solito schema “riff – blast beats – fine” e che alterna varie soluzioni nella struttura delle canzoni, come ad esempio richiami, anche se lievi, al post-hardcore e allo slam death (vedi Pray for the Nihilanth), complici anche i frequentissimi breakdowns che accompagnano tutta la durata del disco. Una scelta interessante per certi versi, ma che fa pensare a una soluzione introdotta per accaparrare quella nutrita fetta di pubblico di metal estremo (specie americano) dedita a questo tipo di sonorità.
Una delle cose che saltano subito all’orecchio dopo i primi secondi dalla pressione del tasto play è il suono cupissimo e fangoso della chitarra ribassata, in netto contrasto con la nitida chiarezza della batteria; una sensazione di distacco da attribuirsi sicuramente alla mancanza del basso.
Non mancano canzoni decisamente buone, come l’opener Iconoclast, la trascinante The Collapse o la fulminea In Perpetual Narcolepsy, a conferma che di violenza sonora ce n’è in abbondanza. I suoni sono anch’essi buoni come il lavoro dei musicisti, ma nonostante questo, i Maruta non riescono a lasciare un segno definito del loro passaggio. La sensazione dominante è quella del “manca qualcosa”. Gli spunti interessanti ci sono ma vengono trattati in modo troppo superficiale, e difficilmente tra qualche mese andrete alla ricerca di In Narcosis nel vostro scaffale porta cd. Vedremo se nei prossimi lavori questi tre ragazzi riusciranno a sviluppare le idee e a trasformarle in qualcosa di più che un bel dischetto poco sopra la sufficienza. Nel frattempo, conviene dare uno sguardo alla ben più agguerrita concorrenza.

Michele ‘Panzerfaust’ Carli

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Tracklist:

01. Iconoclast
02. Pray For The Nihilanth
03. The Collapse
04. Demise of the Humanist
05. In Perpetual Narcolepsy
06. The Great Delusion
07. A Sea of Dead Serpents
08. Dirt Worshipper
09. Replicate
10. The Iron Lung Has Failed Us
11. Man Versus Gravity Aka The Inevitability of Human Error
12. Idolize then Destory
13. Rise of the Iron Moth
14. Waking Up From the American Dream
15. Seratonin

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