Recensione: In Solitude

Di Stefano Ricetti - 5 Agosto 2009 - 0:00
In Solitude
Band: In Solitude
Etichetta:
Genere:
Anno: 2008
Nazione:
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62

Esordio ufficiale su full length per gli svedesi In Solitude, dopo due demo e un singolo. L’album omonimo vede la luce anche come Lp sotto l’egida della High Roller Records, in sole mille copie numerate dal colore nero, rosa e grigio, in base alla tiratura. La versione usuale in Cd è invece curata dalla stoica Pure Steel Records. L’immagine dei Nostri trova collocazione nel tradizionale abbigliamento defender anni Ottanta fatto di spike and leather in bella vista accompagnate dal rigoroso chiodo d’ordinanza. La connessione con i tempi attuali è unicamente legata al taglio dei capelli dei cinque componenti, più inclini alle ultime tendenze, sempre e comunque di stampo ortodosso.

Da “In Solitude”, quindi è lecito aspettarsi una dose massiccia di HM classico in mezzo alle gengive, cosa che puntualmente avviene seppur senza impressionare. In The Darkness vive di un semplice refrain enfatizzato dalla voce sufficientemente evocativa di Pelle Ahman mentre in Witches Sabbath convogliano le lezioni di Mercyful Fate e Iron Maiden, con i primi ancora in evidenza, a livello di influenze, in Kathedral. Se fino a questo momento In Solitude vive prevalentemente di tempi medi, il cambio di velocità avviene in Beyond Is Where I Learn, pezzo dall’andamento epico che spicca sul resto. Grande lavoro delle due chitarre a metà canzone, ben coadiuvate da un basso ben presente, come da tradizione Vergine di Ferro

7Th Ghost è una cavalcata solo a livello di definizione e non di impatto mentre Faceless Mistress pare una copia sbiadita di un pezzo del gruppo di Steve Harris che poi però cresce grazie ad alcuni riferimenti alla Nwobhm più mistica, pur mantenendo il piede ben pigiato sull’acceleratore. Chiude la coppia Temple Of The Unknown/The Monolith, dove i suoni British anni Ottanta, prevalentemente di marca Iron Maiden, fanno ancora da padroni assoluti della scena.  

Una maggior personalità e cattiveria esecutiva avrebbe conferito a questo esordio del gruppo di Uppsala maggior profondità, viceversa rimane un certo senso di incompiuto dopo i soli 36 minuti di durata complessiva dell’album, suddivisi in otto tracce, nonostante il piacevole retrogusto finale a base di Mercyful Fate, che però non basta a coprire del tutto le magagne.
 
                        
Stefano “Steven Rich” Ricetti

 

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Tracklist:
1. In The Darkness 
2. Witches Sabbath 
3. Kathedral 
4. Beyond Is Where I Learn 
5. 7th Ghost 
6. Faceless Mistress 
7. Temple Of The Unknown 
8. The Monolith   

Line-up:
Pelle Ahman – Vocals
Niklas Lindstrom – Guitars
Mattias Gustavsson – Vocals/Bass
Gottfrid Ahman – Bass
Uno Bruniusson – Drums

 

 

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