Recensione: In The Kingdom

Di Luca Corsi - 14 Giugno 2008 - 0:00
In The Kingdom
Band: Whitecross
Etichetta:
Genere:
Anno: 1991
Nazione:
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82

Dicono che le strade che portano al cielo siano infinite. Se ci guardassimo attorno, con maggior scrupolo e attenzione, ci accorgeremo di certo che questa frase ha un significato assolutamente da non sottovalutare, e che può far riflettere.
Infatti, sia coloro che credono, sia quelli che qualche dubbio se lo concedono, e persino i più scettici, non possono di certo negare che, dall’alba dei giorni, molte delle opere d’arte create e costruite dall’uomo, frutto di tutto il suo ingegno, siano state offerte o dedicate a qualche entità spirituale che governa l’universo, come segno di riconoscimento e di ringraziamento, o più semplicemente come attestato di fede. Fra le varie forme d’arte, fra gli affreschi, le sculture, le costruzioni architettoniche, si colloca anche la musica.
Se alcuni generi musicali, come il gospel soprattutto, ma anche l’opera lirica e il pop, hanno mostrato nel passare degli anni delle interessanti forme che si avvicinano a temi religiosi, il rock, in particolar modo il filone metal, non è mai stato molto affine a tali tematiche, esprimendo a volte, nei casi più estremi, un vero e proprio rifiuto (per non dire addirittura ripudio), tipico ad esempio del black, o del death.

Ci sono però dei gruppi che provano ad andare in controtendenza, preferendo parlare del paradiso piuttosto che dell’inferno, della salvezza eterna anziché della dannazione, e degli angeli anziché dei demoni, su tutti band come gli Stryper, padrini indiscussi del cosiddetto “white metal”, e i fedeli “discepoli” Whitecross, che cercarono di ripeterne le gesta.

La band, capitanata dall’euforico singer Scott Wenzel e dall’energico chitarrista Rex Carroll, adotta una formula musicale che vede la proposta di un effervescente hard rock in perfetto american style e affonda ancora le sue radici negli eighties, facendo da “contorno” a testi d’ispirazione biblica e teologica.
Se alcuni possono pensare che l’accostamento a tali argomenti possa in qualche modo affievolire l’impatto del sound, si sbagliano di grosso: l’opener ‘No Second Chances’, l’incalzante ‘We Know What’s Right’, la frenetica ‘Good Enough’ e la “propagandistica” ‘Love Is Our Weapon’ servono all’ascoltatore su di un piatto d’argento tutta l’adrenalina di cui ha bisogno, in un tappeto sonoro di riff decisamente ispirati, dalla roboante ed aggressiva tonalità, che si rispecchia a pieno nella voce raspante del carismatico Wenzel, più volte paragonato dalla critica al frontman dei Ratt, Stephen Pearcy.
Nel disco ci sono poi episodi dal ritmo più cadenzato e meno impetuoso : l’affascinante ‘You Will Find It There’, alla quale fa da preludio il guitar-solo di Carroll in ‘The Eternal Fire’, e la più vivace ‘Tell Me The Time’, pezzi che si pongono a metà fra l’impeto delle tracce più spinte, e la maggior quiete offerta dalle ballad. Proprio queste ultime sono uno dei punti di forza del disco: ‘In His Hands’, ‘If He Goes Before Me’, offrono la riflessiva atmosfera delle chitarre acustiche, dolcemente accompagnate dal caratteristico coro dei ritornelli.

Ma, fra queste, il capitolo più interessante è senza dubbio rappresentato dalla title-track, ‘In The Kingdom’: è davvero incredibile come una canzone di questo tipo sia difficile da cancellare dalla mente una volta udito il suggestivo ritornello, un coro che sembra cantato da mille voci gioiose, inneggianti, e piene di speranza in un possibile futuro migliore per tutta l’umanità.
Un domani “senza più la notte ed oscurità”.
A conclusione del lavoro, è posto un altro episodio molto significativo, la battagliera ‘Holy War’, (caratterizzata da curiose parti in stile rap, cantate da Alton dei D.O.C.), dai riffs taglienti come rasoi e dai cori “angelici”, che riecheggiano senza dubbio canti tipici dei riti sacri.
Anch’essi, come per la title-track, sembrano essere cantati da un’intera schiera di fedeli, in festa per l’imminente vittoria spirituale delle forze della luce.

‘In The Kingdom’ si proietta a pieno merito fra gli album più riusciti dell’intero filone “white metal”, grazie alla sua forte orecchiabilità, e alla sua miscela composta da tratti elettrizzanti con altri più introspettivi e mistici.

Acquisto consigliato per ogni appassionato non solo di rock cristiano, ma di hard rock in generale.

Tracklist:

01. No Second Chances
02. We Know What’s Right
03. In The Kingdom
04. In His Hands
05. Good Enough
06. Love Is Our Weapon
07. The Eternal Fire (Strumentale)
08. You Will Find It There
09. If He Goes Before Me
10. Tell Me The Time
11. Holy War

Line Up:

Scott Wenzel – Voce
Rex Carroll – Chitarra / Back. Voc.
Butch Dillon – Basso / Back. Voc.
Mike Feighan – Batteria / Back. Voc.

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