Recensione: In The Present – Live From Lyon [CD + DVD]

Di Francesco Maraglino - 3 Dicembre 2011 - 0:00
In The Present – Live From Lyon [CD + DVD]
Band: Yes
Etichetta:
Genere: Prog Rock 
Anno: 2011
Nazione:
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80

Gli infiniti, vorticosi ed a volte temerari cambi di line-up degli Yes, una delle formazioni-simbolo del più classico progressive-rock, si sono spinti, di recente, al punto di vedere sostituito (era successo in passato una volta sola, ai tempi di “Drama”, nel quale dietro il microfono c’era Trevor Horn) persino l’inconfondibile e per certi versi iconico cantante Jon Anderson.
Messo da parte, infatti, l’angelico singer, costretto ad una pausa a causa di problemi di salute, e sostituitolo con l’ugola di Benoit David, proveniente dalla file dei progster Mystery, nonchè dalla tribute-band Close To The Edge, gli Yes hanno girato il mondo in tour per festeggiare i quarant’anni di carriera, e si sono cimentati pure in un full-length nuovo di zecca, “Fly From Here”, ben accolto da pubblico e critica (con qualche voce discordante al sostanziale coro di consensi).

Mentre ancora non si sono spenti gli echi di “Fly”, ecco arrivare – come ormai avviene comunemente con le band di classic-rock – l’immancabile live, a documentare il tour precedente.
Inutile interrogarsi ancora una volta sull’utilità ed il significato artistico di tali iniziative discografiche: ormai la prassi è questa, ad ogni tour corrisponde un live cd e/o DVD, e cosi è se vi pare.
In questo caso, poi, “In The Present – Live From Lyon“ ha certamente il merito di immortalare e di sottoporre alla valutazione, anche dei posteri, proprio il momento storico caratterizzato da quest’inedita e peculiare line-up (con Oliver Wakeman, figlio di Rick, nel ruolo di misurato tastierista, già a sua volta ancor più di recente rimpiazzato, come molti sapranno, da Geoff Downes degli Asia).
In attesa anche dell’ardua sentenza dei posteri sugli Yes featuring Benoit David, diciamo intanto che per noi il nuovo cantante, testato nell’esibizione romana di qualche tempo fa ed oggetto di relativo live report su questo steso sito, ha superato l’esame dimostrandosi successore efficiente, elegante e funzionale di Jon Anderson, pur a fronte dei limiti oggettivi con cui si deve confrontare chi si trova a rimpiazzare un vocalist tanto caratteristico e riconoscibile.

Cantante a parte, “In The Present“ vede i tre componenti storici degli Yes (Howe, Squire e White) in forma come sempre smagliante, capaci di non tradire la più piccola stanchezza, anzi, in grado di dimostrare, oltre alla consueta maestria, una grinta da giovincelli o quasi (soprattutto il bassista).
L’assenza di Anderson da potenziale handicap è trasformato, nella scelta della set-list, in opportunità: quella di ripescare brani da quel “Drama“, lavoro di buona fattura ma terribilmente sottovalutato, in cui Anderson non c’era, superando così la routine che spesso scaturisce dal suonare sempre gli stessi brani.
Ecco arrivare, dunque, “Tempus Fugit“, scoppiettante e bombastica, e “Machine Messiah“, epica, grintosa ed oscura, come raramente avviene nel repertorio degli Yes, di solito gioioso e solare.
Intensissima ed affascinante si dimostra pure “Onward“, sospesa ed incantata, piccolo gioiello dimenticato dal non eccelso “Tormato“, e squisita ci appare vieppiù la più antica “Southside Of The Sky“, dinamica e piena di feeling, con un suggestivo ed elegante lavoro del piano di Wakeman junior.
Il resto del doppio full-length è rappresentato da quasi tutti i classici della band inglese, dalla radiosa “I’ve Seen All Good People“ alla meravigliosa e a tratti dolcissima “And You And I“, dal prog ancora con qualche eco tardo-psichedelico – impreziosito dai deliziosi intarsi di Steve Howe e dall’assolo di batteria di Alan White – di “Astral Traveller“, al peculiare AOR di “Owner Of A Lonely Heart“.

Non possono mancare la precisa e lucente “Siberian Khatru“ ed il prog talora marziale ed ancora una volta ingioiellato dagli ornamenti chitarristici e dalle fughe quasi fusion di “Yours Is No Disgrace“.
Le immancabili “Heart Of The Sunrise“,“Roundabout“ e “Starship Trooper“ concludono magnificamente un live che testimonia senza dubbio alcuno la grandezza, la classe e la vitalità di una band la cui solarità trasmette, a dispetto della complessità delle trame sonore, una gioia di vivere ed un ottimismo che, evidentemente, è stato per lei di buon auspicio, consentendole di essere ancora qui, nel presente, a deliziarci con la sua raffinata e spettacolare musica.

Malgrado tutto, e soprattutto malgrado gli infiniti, vorticosi ed a volte temerari cambi di line-up.

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Line Up:

Benoit David: voce
Steve Howe: chitarre
Chris Squire: basso
Alan White: batteria
Oliver Wakeman: tastiere

Tracklist:

CD1
01.    Siberian Khatru;
02.    I’ve Seen All Good People;
03.    Tempus Fugit;
04.    Onward;
05.    Astral Traveller;
06.    Yours Is No Disgrace
07.    And You And I;
08.    Corkscrew (Acoustic Solo).

CD2:
01.    Owner Of A Lonely Heart;
02.    Southside Of The Sky;
03.    Machine Messiah;
04.    Heart Of The Sunrise;
05.    Roundabout;
06.    Starship Trooper

DVD:
Interviste, Estratti dal Live Show, Roundabout, Machine Messiah

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