Recensione: Incremental IV

Di Roberto Forghieri - 25 Settembre 2014 - 20:46
Incremental IV
Band: Niva
Etichetta:
Genere: AOR 
Anno: 2014
Nazione:
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83

Quarto lavoro per i Niva, realtà svedese capitanata dal biondocrinito Toni da cui la band prende il nome e per la biografia della quale vi rimandiamo alla recensione del precedente “Magnitude”.

Andiamo direttamente all’analisi delle tracce con il consueto “Track’n’Furious”, senza perdere troppo tempo: la sostanza è quanto ci interessa.

“Don’t You Know” – L’album si apre dove si era concluso il precedente “Magnitude”: il trait d’union è formato da una grande voce – quella di Toni Niva – una grande solista – quella di Roger Ljunggren – una grande sessione ritmica – fornita dal duo Jan Stal (basso) e dal rookie Bengan Andersson (batteria). Melodia e “collante” sono forniti dalle tastiere di Marcus Persson. Se il buongiorno si vede dal mattino…….
Questo incipit trova riscontro nella seguente “Crush”, canzone creata per scatenarsi, dalla ritmica serrata e coinvolgente in cui è appunto la melodia a farla da padrona: si conferma il virtuosismo di Ljunggren.

Con “Better Just Forgotten” la qualità non accenna a diminuire e sebbene si avverta una certa decelerazione rispetto ai primi due brani, la classe emerge e si spande a piene mani. Il chorus è nettare per le orecchie.
Il quarto pezzo all’ascolto è la title track…del cd precedente… “Magnitude”, infatti, si presenta con un drumming arrembante ed un approccio più hard (rock) che si fonde in un refrain al limite della disco anni 80 (avete presente “Maniac”? Oppure “It’s Raining Man”?…… Ecco quella “roba” lì) per una miscela più che azzeccata. Praticamente esplosiva.
A seguire ecco “The Reason Why”, pezzo con il quale iniziamo ad essere a corto di aggettivi: avanzano “arioso” e “solare” e visto che il secondo ci piace meno, optiamo per una traccia dalle melodie “ariose” ed orchestrali, dirette – magistralmente – dalla voce di Toni Niva.
Latitava una ballad all’appello e, visto che non vogliamo farci mancare nulla, arriva “Travel Back In Time”. Piano, voce ispirata e basso e batteria che entrano per ultimi: un classico.

Settima passaggio – abbiamo ormai scollinato – dal titolo “Play The Game”: un up-tempo martellante su cui ricamare ancora inni alla melodia che ricordano i Glory di “Danger In This Game”. Canzoni come questa verrebbero eletti a singolo, mentre in questo “Incremental IV” sono la “normalità”. Nulla da aggiungere.
È la volta quindi di “Play The Game”, brano che ricalca quanto di buono Niva ha già espresso sinora: su un 4/4 decisamente energico, Toni spalma melodie come fossero Nutella ed il risultato è altrettanto invitante.

“Only You” è invece una canzone più melanconica che seppur non rientri nel novero delle classiche ballad, da un tocco neoromantico al disco.
Con “Lost And Found” ci immergiamo in atmosfere “norvegesi”: la traccia, infatti, paga dazio ai TNT di “Intuition” (di cui ricorre quest’anno il 25 anniversario) e quando si parla di tali capolavori non serve aggiungere altro.
Il secondo momento da “mattonella” è “All By Myself”:  l’atmosfera è rilassata, le luci si abbassano e via con il doppio passo strascicato.

Siamo all’epilogo di “Incremental IV” ed i Niva si congedano con “Coming Back To You”, un episodio che ha il sapore dolceamaro del congedo che però è promessa di un nuovo incontro.
Ormai faziosi come non mai, attenderemo questo momento riascoltando un cd che è un piacere da assaporare il più a lungo possibile.

Dopo “Magnitude” era difficile ripetersi…

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