Recensione: Inferno Museum

Di Alberto Fittarelli - 16 Giugno 2005 - 0:00
Inferno Museum
Band: Allhelluja
Etichetta:
Genere:
Anno: 2005
Nazione:
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75

I milanesi Allhelluja (notare il sottile gioco di parole inserito nel
monicker) sbucano praticamente dal nulla con questo disco di debutto, Inferno
Museum
, ma sembrano voler già puntare molto in alto: un concept
decisamente interessante alla base, giocato su un autore di culto del filone
Noir (Derek Raymond: lettura di “Il museo dell’Inferno”
consigliata per chi cercasse un punto di vista decisamente originale nel genere,
quello del criminale), ed una miscela musicale situata tra gli ultimi Entombed e
certo stoner, anch’essa molto accattivante.

Presentati furbamente da un artwork che, sono sicuro, sarà responsabile di
metà delle visite e dei commenti sotto a questa recensione, gli Allhelluja si
avvalgono della prestazione vocale di Jacob Bredahl, cantante di
Hatesphere e Barcode, qui in un’inedita veste “rockeggiante”: vocals
sì aspre, ma comunque relativamente melodiche, non tirate come nel suo progetto
principale. Lo screaming viene però rispolverato nei momenti di climax della
violenza sonora, dando giustamente rilievo a quelli che sono gli apici della
tensione in un disco che in alcuni tratti diverte, in altri impatta
semplicemente sull’ascoltatore con ferocia. Risultano ottimi episodi come Who’s gonna kill my lady,
molto bluesy nella struttura, e Nervous titter: brani che mostrano come
una certa maturità sia già ben presente nel quartetto italo-danese. E’ da
riguardare invece la parte legata alla produzione, che a volte fa suonare un po’
“vuoto” il disco, specie a livello ritmico; ma niente che pregiudichi
il risultato finale.

Un album piacevole quindi, una prima pietra estremamente promettente, che
aspetta ora di vedere consolidate su di sé le fondamenta della band: gruppo in
cui si percepisce divertimento e feeling tipicamente rock’n’roll, e che
consiglio a chi appunto si è appassionato alle più recenti produzioni del
combo di Lars Goran Petrov, così come anche a certe uscite di Kyuss, Spiritual
Beggars e compagnia “stoned”. Non ancora al 100% delle sue
potenzialità, forse, ma già perfettamente in grado di mostrare i denti al non
piccolo mercato metal europeo.

Alberto ‘Hellbound’ Fittarelli

Tracklist:

1. A perfect man
2. Your savior is here
3. Ego te absolvo
4. Miss m
5. Inferno museum
6. Who’s gonna kill my lady
7. God is loughing
8. Nervous titter
9. Gettin’ closer
10. Devil´s kiss

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